F1 | Enciclopedia dei piloti giapponesi

Sin dai lontani anni ’70, i driver nipponici hanno quasi sempre fatto sentire la loro presenza in griglia di partenza. Partendo da un pioniere come Hiroshi Fushida, per arrivare all’ultimo pilota giapponese ad aver gareggiato nel Mondiale F1, Kamuy Kobayashi. Preparatevi ad addentrarvi nella storia di tutti i piloti del Paese del Sol Levante che abbiano preso parte ad almeno una gara del Campionato F1.

Di Alessandro Bucci

E’ a metà degli anni ’70 che i piloti giapponesi fanno il loro ingresso nel grande Circus, la maggior parte dei quali scendendo in pista nel Gran Premio di casa e correndo per scuderie giapponesi. E’ il caso di Hiroshi Fushida, primo pilota del Paese del Sol Levante a comparire ufficialmente in una gara di F1 valida per il Mondiale. Iscrittosi al GP d’Olanda 1975 con la Maki, riuscendo a qualificare l’instabile F101C, il pilota di Kyoto fu costretto a saltare la corsa per un problema al motore. Due gare dopo Fushida ci riprovò a Silverstone, ma in quell’occasione non centrò nemmeno la qualificazione.

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Masahiro Hasemi

Nel 1976 fu il turno di ben quattro piloti, il cui esordio avvenne proprio nel Gran Premio del Giappone: Masahiro Hasemi, Kazuyoshi Hoshino, Noritaki Takahara e Masami Kuwashima. Hasemi passò alla storia per aver realizzato un giro veloce impossibile, piuttosto che per aver vinto la prima edizione del GP del Giappone, disputata nel 1975, ma non valida per il campionato F1. Nel ’76, al Fuji, in uno scenario apocalittico a causa delle condizioni meteo ai limiti dell’impossibile, l’addetto al cronometro commise un errore madornale, assegnando il giro record alla Kojima di Hasemi, proprio in una tornata nella quale il nipponico veniva sopravanzato da tre vetture. Alcuni giorni dopo la gara gli organizzatori presero in mano i dati della corsa, accorgendosi dell’incongruenza e segnalando la questione alla JAF, che assegnò il giro più veloce in gara a Patrick Depailler.

Hoshino – campione nazionale di motocross, passò alle quattro ruote nel 1969, con la Nissan. Approdò in seguito alla Formula 2000, dove vinse il titolo nel 1975 con la Heros Racing, la quale decise di acquistare una Tyrrell privata per permettere al pilota di Shizuoka di prendere parte al primo GP del Giappone della storia. Al Fuji, Hoshino, partito dalle retrovie, si ritrovò addirittura in terza posizione per alcune fasi di gara, prima di essere tradito da una gomma. L’anno successivo Kazuyoshi ci riprovò sempre in Giappone, al volante di una Kojima, concludendo la gara undicesimo.

Noritaki Takahara – fu il primo pilota ad aver preso parte ad una gara di F1, seppur non valida per il Mondiale. Nel 1974 si correva a Silverstone il BRDC International Trophy, competizione alla quale il pilota di Tokyo prese parte con una March, concludendo undicesimo ad un giro di distacco dal vincitore James Hunt. Due anni dopo venne ingaggiato dalla Surtees per disputare il GP del Giappone, chiudendo eroicamente nono in condizioni impossibili, risultando il pilota del Sol Levante ad aver ottenuto il risultato migliore in quello storico GP.

Masami Kuwashima – di fatto, entrò nel circus della Formula 1 ma non prese via alla gara del Fuji. La RAM ingaggiò il nipponico per farlo correre con una Brabham privata, ma la vettura venne fermata da problemi giudiziari che le impedirono di raggiungere il Giappone. Grazie al suo sponsor, Kuwashima ottenne di poter gareggiare con una Wolf, sostituendo Binder nelle prove del venerdì. Tuttavia il pilota di Kumagaya venne appiedato dallo sponsor già nella giornata successiva e le difficoltà incontrate con la P308, convinsero Masami a cedere nuovamente il posto al pilota austriaco.

Nel 1977, Kunimitsu Takahashi, motociclista attivo precedentemente nelle classi 50, 125 e 250, si presentò al via del Gran Premio del Giappone di F1 al volante di una Tyrrell privata, acquistata dalla Meiritsu Racing Team. Al Fuji il pilota originario di Tokyo si qualificò ultimo, ma riuscì a risalire sino alla nona posizione disputando una bella gara, l’unica in F1. Vincerà poi quattro titoli nella categoria prototipi nazionale dall’85 all’89, prima di fondare una propria scuderia.

Satoru Nakajima | Lotus Honda | 1987

Satoru Nakajima – è il primo pilota giapponese ad aver disputato interamente un Mondiale F1. Nato ad Okazaki, città della prefettura di Aichi, vinse cinque titoli piloti nella Formula 2 giapponese, debuttando nella massima serie nel 1987, affiancando nientemeno che Ayrton Senna alla Lotus–Honda. Nakajima, fortemente voluto dalla casa nipponica, totalizzò sette punti al termine della stagione, cogliendo come miglior risultato il quarto posto al Gran Premio di Gran Bretagna.

L’anno successivo il compagno di squadra brasiliano passò alla McLaren e venne rimpiazzato dal Campione del Mondo in carica Nelson Piquet. Entrambi i piloti faticarono a causa della difficile 100T e Nakajima conquistò solamente un punto nella gara inaugurale in Brasile. L’anno successivo la Honda abbandonò il team britannico, ma Satoru mantenne il sedile grazie ai suoi sponsor, in particolare la Epson. Il motore Judd non consentì al team di brillare, il pilota di Okazaki faticò a qualificare la 101 in diverse occasioni, ma nel conclusivo GP ad Adelaide ottenne il miglior risultato della carriera, piazzandosi quarto e realizzando il giro record della gara, sotto un diluvio infernale. Satoru disputò gli ultimi due anni della carriera con la Tyrrell, collezionando cinque punti totali ed annunciando il ritiro al Gran Premio di Germania 1991. Proprio in quella stagione il team britannico montò propulsori Honda, più precisamente i V10 aspirati utilizzati precedentemente dalla McLaren.

Aguri Suzuki – è il pilota nipponico più longevo nella storia della massima serie, con le sue ottantotto gare all’attivo. Originario di Tokyo, iniziò giovanissimo l’avventura nei kart, vincendo numerosi campionati, debuttando nella Formula 3 giapponese nel 1979. Nel 1988 la conquista del titolo iridato nella Formula 3000 giapponese con la March-Yamaha e il debutto nella massima serie, in occasione del Gran Premio del Giappone, corsa entrata nella Storia della Formula 1 per via del primo titolo conquistato da Ayrton Senna.

Aguri Suzuki | Ligier Mugen Honda | 1995
Aguri Suzuki | Ligier Mugen Honda | 1995

A firmarlo è la Lola, con la quale Aguri non andò oltre il sedicesimo posto. Per il 1989 Suzuki firmò con la Zakspeed, ma l’891 si rivelerà una monoposto disastrosa, non consentendo al talento giapponese di superare alcun turno di pre qualifiche. I tremendi risultati non scoraggiarono il pilota di Tokyo che riuscì ad ottenere un ingaggio con la Larrousse per la stagione 1990, cogliendo come miglior risultato un glorioso terzo posto nel Gran Premio di casa, segnato dall’incidente alla prima curva tra Senna e Prost, contatto che garantì al brasiliano la conquista del secondo titolo iridato. Suzuki rinnovò con la Larrousse, ma il 1991 fu un anno decisamente da dimenticare, a causa dell’inaffidabilità della LC91. Anguri entrò in zona punti solamente nel Gran Premio degli Stati Uniti, salvo poi non vedere più la bandiera a scacchi. Suzuki firmò con la Footwork nel 1992 rimanendovi anche l’anno successivo, ma non riuscirà a conquistare alcun punto nella parentesi con la scuderia di Milton Keynes, sfiorando la zona punti solamente in due occasioni. Venne chiamato da Eddie Jordan per disputare il Gran Premio del Pacifico nel 1994, poi l’esperienza in Ligier l’anno successivo, dividendo il sedile con Martin Brundle.

Conclusa la carriera da pilota, Suzuki fondò diversi anni dopo, nel 2003, un proprio team per competere nella Indy Racing League in America, con l’aiuto di Adrián Fernández, la Super Aguri Fernandez Racing.
Nella stagione 2006 Suzuki ha tentato l’avventura in Formula 1 con il supporto tecnologico della Honda, fondando la Super Aguri F1. La scuderia ha resistito nella massima serie solamente tre stagioni, ma si è tolta la soddisfazione di aver battuto la casa madre nella stagione 2007. Recentemente Aguri ha fondato un proprio team in Giappone per correre nella Formula Nippon, oltre ad essere approdato nella Formula E con la scuderia Amlin Aguri.