IndyCar | Il capolavoro strategico di Scott Dixon a Long Beach

Scott Dixon vince la sua cinquantasettesima gara IndyCar con un capolavoro strategico e con una gestione del carburante ottimale.

IndyCar - Scott Dixon (Chip Ganassi Racing) trionfa a Long Beach (2024) Credits: @CGRTeams via X

Il terzo appuntamento della IndyCar Series 2024 andato in scena sul leggendario circuito cittadino di Long Beach ci ha regalato una gara avvincente dal primo fino all’ultimo metro, 85 giri tiratissimi. Sì, perchè Scott Dixon (Chip Ganassi Racing), veterano alla ventiduesima stagione nel campionato IndyCar, ha messo gli arrembanti ragazzotti uno dietro l’altro, ottenendo la vittoria numero 57 in carriera, a sole dieci lunghezze dal capolista all time della categoria, il leggendario AJ Foyt.

Chi si stupisce della prestazione di Dixon è, evidentemente, ben poco informato: il pilota neozelandese, infatti, ha vinto tre delle ultime quattro gare della scorsa stagione, piazzandosi secondo in campionato dietro all’inarrivabile Alex Palou. Nonostante la carta d’identità dica espressamente “Quarantatre”, il nativo di Brisbane non sembra aver alcuna intenzione di mollare il colpo e lasciare strada ai sempre più agguerriti rivali.

A onor del vero, il week end californiano sembrava non lasciar presagire niente di tutto questo, dal momento che Dixon aveva fatto registrare soltanto l’ottavo tempo. E dico “sembrava”, perché chiunque sia un vero appassionato e conoscitore dei circuiti americani, sa che nessuna delle gare in calendario premia colui che sa gestire il carburante come le 1968 miglia che culminano sul rettilineo della Ocean Boulevard.
Le qualifiche avevano visto siglare la pole position da Felix Rosenqvist (Meyer Shank Racing ), seguito a pochi millesimi da Will Power e Josef Newgarden (entrambi del Team Penske). A completare la “Fast Six”, Colton Herta (Andretti Global w/ Curb-Agajanian), Marcus Ericsson (Andretti Global) e Alex Palou (Chip Ganassi Racing).

Sotto il profilo degli ingressi della Safety Car (Caution – NDR), la gara è stata assolutamente atipica: l’unica interruzione, infatti, è stata causata dal testacoda di Christian Rasmussen (Ed Carpenter Racing) che ha dato il via alla differenziazione delle strategie di gara: il gruppo di piloti si è così diviso in due grandi blocchi, in base alla scelta di rientrare subito ai box o continuare per qualche altra tornata. Da una parte il leader della corsa Will Power (passato in testa alla prima curva con un sorpasso all’esterno su Rosenqvist) e Dixon hanno guidato un gruppo di piloti che sono entrati ai box durante la caution, assieme ad altri come Kyle Kirkwood , Marcus Armstrong, Graham Rahal e Linus Lundqvist

Questa differenza di scelte ha portato Josef Newgarden al comando durante il 17° giro, il quale è riuscito a mantenere la testa della corsa quando è stata data la bandiera verde due tornate dopo. Il gruppo di piloti entrati durante il periodo di safety car hanno poi completato uno stint di 45 giri basato su lift and coast e short shifting per cercare di risparmiare più benzina e gomma possibile. Secondo i calcoli degli ingegneri, infatti, senza altri periodi di caution sarebbe stato troppo complicato dover effettuare un’ulteriore sosta ai box rispetto a quelle programmate senza finire fuori dalle posizioni di vertice.

In questa situazione, senza ulteriori interruzioni date dalla Safety Car, succede grosso modo sempre un tipo di scenario: chi prima si è fermato, prima deve fermarsi a causa di due fattori: il primo è l’usura delle gomme, che può essere generalmente di due tipi: “volumetrica”, ovvero che il compound del pneumatico si esaurisce e avviene il tipico degrado prestazionale, oppure dettata da un’anomalia di funzionamento che determina fenomeni distruttivi a carico della mescola (graining, blistering ecc) e che costringono il pilota a una sosta generalmente anticipata rispetto alla tabella di marcia. Il secondo è quello legato al progressivo esaurimento del carburante. Ovviamente, un pilota che guida cercando di risparmiare carburante, automaticamente stresserà meno anche le gomme. Il motivo è semplice: quando si vuole risparmiare carburante si alza prima il piede dal gas anticipando la frenata e si cerca di essere meno bruschi possibile in accelerazione, tentando di non andare troppo presto sul gas e cambiando marcia prima del normale per evitare che l’elevata potenza erogata dal motore alzi inevitabilmente i consumi. La bravura del pilota sta nel cercare un compromesso tra la necessità di preservare gomme e carburante e l’evitare di essere troppo lento sul passo gara rispetto ai rivali.

Alla fine del giro delle soste, la situazione di gara era da manuale: Newgarden è uscito dai box tre secondi dietro Dixon, con il rifornimento appena effettuato e gomme più fresche di sette giri. Lo scenario ideale, quindi, per portare un attacco. Primo perché con meno di venti giri da percorrere e il quantitativo giusto di carburante nel serbatoio non c’è più la necessità di preservare il carburante, secondo perché con un treno di pneumatici nuovi non c’è rischio di usurarli prima del tempo. In sostanza, Newgarden era nella miglior posizione possibile per spingere al massimo e cercare di attaccare Dixon. L’imprevisto è stato l’errore di Colton Herta, che ha tamponato Newgarden all’ingresso del tornantino, sollevando il posteriore della sua monoposto. Quando le ruote motrici di queste auto si sollevano per un qualsiasi motivo, i giri motore crollano. Quando succede, entra immediatamente l’anti-stallo, che prende automaticamente il controllo dell’acceleratore al solo scopo di non far spegnere il motore. Ovviamente, per uscire da questa procedura occorre qualche istante (è sufficiente che il pilota dia gas, generalmente), sufficiente ai rivali troppo vicini per fare un sorpasso piuttosto agevole. Newgarden è precipitato in quarta posizione e Colton Herta non è riuscito poi ad attaccare Dixon nell’ultimo giro, il quale ha utilizzato magistralmente piccole dosi di push to pass (un numero di giri motore supplementare) per potersi difendere sui rettilinei.

Oltre a Scott Dixon e a Colton Herta, il podio è stato completato da Alex Palou, mettendo quindi due monoposto di Chip Ganassi nelle prime tre posizioni. La dedica di Dixon è andata, ovviamente, a Sir Colin Giltrap, filantropo neozelandese scomparso mercoledì scorso all’età di 84 anni. Giltrap e sua moglie sono stati determinanti nella carriera di molti piloti neozelandesi come il rallista Hayden Paddon, Mitch Evans (Formula E), Shane van Gisbergen (Nascar) e, per l’appunto, Scott Dixon.

Ecco quanto dichiarato dal pilota neozelandese a fine gara:

“Ovviamente [Sir Colin Giltrap] mi ha aiutato a iniziare la carriera. Purtroppo lo abbiamo perso questa settimana, a lui va il mio enorme ringraziamento. Per stare tranquilli saremmo dovuti essere più avanti di un giro o due. Nelle altre gare che ho fatto, ho avuto sotto controllo tutto lo stint, ma non stavolta. Vedevo che si avvicinavano rapidamente, ho visto Josef [Newgarden] e ho pensato che sarebbe stata davvero dura. Non so cosa sia successo poi, ma sapevo che Colton [Herta] stava venendo a prendermi. Negli ultimi giri la squadra è intervenuta e mi ha detto: “provaci, abbiamo un sacco di carburante” e ce l’abbiamo fatta. È stata dura, molto. Non pensavo di poterci riuscire, ma è andata bene.”

In merito all’incidente che ha impedito a Josef Newgarden di attaccare Scott Dixon, Colton Herta si è così espresso:

“Ho valutato un po’ male la frenata, ma penso che lui [Newgarden] fosse largo in ingresso e, quindi, un po’ più lento al punto di corda, ma alla fine spetta a me evitare di finire addosso chi mi sta davanti. Non mi piace correre così, soprattutto con Josef [Newgarden], per il quale nutro molto rispetto”

Dal canto suo, Newgarden ha tutto sommato minimizzato l’accaduto rispondendo “È successo quello che è successo, sarebbe potuto accadere anche a me. Evidentemente dovevamo arrivare quarti e va bene così”

Da segnalare l’ottima prestazione di Théo Pourchaire, pilota ventenne che ha rimpiazzato l’infortunato David Malukas (il pilota di riserva Callum Ilott era impegnato alla 6 ore di Imola – NDR) a Long Beach per il team Arrow McLaren. Campione Formula 2 nel 2023 e membro della Sauber Academy, attualmente corre nella Super Formula giapponese con il Team Impul. Visto l’undicesimo posto finale, non ci stupirebbe di vederlo in griglia altre volte nella serie americana.

La IndyCar torna in pista questo week end per il Children’s of Alabama Indy Grand Prix sul bellissimo circuito del Barber Motorsport Park. Ordine di arrivo e classifiche in basso.