F1 | Minardi: “Andretti, sbagliato il comportamento dei team!”

È stato uno dei temi di quest'inverno, che poi tra l'altro non si è chiuso mica perché ha dimostrato di voler andare ancora avanti. Il team Andretti, capitanato da Michael, figlio del grande Mario, non ha rinunciato al sogno della Formula 1. Con Gian Carlo Minardi, intervenuto a Pit Talk, abbiamo parlato di uno degli argomenti che ha fatto più clamore nell'ultimo inverno e di una vicenda che non si è ancora chiusa.

Andretti-Cadillac, partnership per la Formula 1

Quando Gian Carlo Minardi è entrato in Formula 1, dopo essere stato vincente nelle categorie minori, ha vissuto per fortuna un clima di apertura, il grande circo era aperto a quasi tutti coloro che volessero entrare mentre adesso stiamo vivendo un contesto esattamente contrario, per interessi o per politica o per difficoltà dei team stessi a racimolare budget.

Qual è, dunque, il pensiero di Gian Carlo sulla questione? E’ giusto quello che sta subendo il team americano che porta uno dei nomi più importanti della storia del motorsport? I suoi avversari, i team concorrenti, stanno cercando di impedirne l’arrivo solo per evitare di ripartire gli introiti in più parti? 

A mio parere il comportamento dei team è scorretto. Io ho fatto parte di un’altra generazione, sono entrato in Formula 1 ho faticato per stare tra coloro a cui spettava prendere i famosi diritti. Credo che sia doveroso che i diritti vadano dati ai primi dieci ma contemporaneamente mi sembra doveroso che il regolamento FIA e della Formula 1 preveda esattamente 24 macchine, con la possibilità, quindi, di fare entrare altri due team. Non vedo alcun motivo per i quali questi due team non possono entrare!”

F1 – Gian Carlo Minardi

Il discorso Andretti è un discorso delicato, perché la serietà della struttura e la bontà del progetto non possono essere messe in discussione. Ci sono team di Formula 1 che sembrano molto meno attrezzati di Andretti, squadre che se una delle monoposto ha un incidente rischiano di non avere sufficienti risorse per produrre tutti i pezzi che occorrono. Eppure sono nel circus e continuano a partecipare con l’unico scopo di riempire la griglia.

Bisognerebbe avere il coraggio di guardare in faccia la realtà una volta per tutte: da metà griglia in giù è solo unicamente riempitivo. Monoposto che a metà stagione non vengono più sviluppate, squadre sull’orlo del fallimento e altre che minacciano di andarsene. I team non vogliono dividere ulteriormente la torta? Forse non è chiaro che, se i costruttori non fanno risultati, se ne vanno. Mercedes è stata smembrata di tecnici in questi anni, ed è ormai un team a fine ciclo tecnico. Red Bull è una polveriera, Alpine (Renault) è forse nel momento più buio della sua storia e squadre come Haas o Sauber fanno solo macinare chilometri ai bilici. Vista la situazione, siamo proprio sicuri che un Andretti con General Motors alle spalle porterebbe via solo fette di torta senza mettere niente sul piatto? Non lo crediamo minimamente…