Ukyo Katayama – è stato uno dei piloti più importanti del Paese del Sol Levante. Nato a Tokyo, il pilota nipponico faticò ad inizio carriera nella Formula Nippon, salvo poi vincere il titolo nel 1991. La Japan Tobacco (proprietaria del marchio Mild Seven) decise di investire su Katayama che, nel 1992, fece il suo esordio in F1 con il team Larrousse. Ukyo disputò una stagione difficile a causa dell’inaffidabilità della LR92, ma ben figurò in Canada, dove riuscì a mantenere la quinta posizione a lungo, prima di essere costretto al ritiro per la rottura del motore. L’anno successivo lo sponsor principale di Katayama gli procurò un contratto con la storica scuderia Tyrrell, squadra con la quale rimase per quattro stagioni.
Il declino del team tuttavia non consentì al pilota di Tokyo di togliersi grandi soddisfazioni, fatta eccezione per la stagione 1994, dove Ukyo conquistò cinque punti totali con la 022, dimostratasi abbastanza competitiva nella prima parte di stagione. Resta celebre il clamoroso incidente occorso al pilota giapponese al via del GP del Portogallo, vittima di una collisione che fece cappottare la sua 023. Nel 1997 Katayama chiuse la carriera in Minardi, non riuscendo a conquistare punti. Dopo il ritiro dalla F1, il pilota di Tokyo sorprese il mondo del Motorsport con una rivelazione shock: sul finire del 1994 gli era stato diagnosticato un cancro non pericoloso per la sua salute, ma che causava al pilota nipponico forti dolori durante le gare.
Taki Inoue – è più famoso per gli strani incidenti di cui è rimasto vittima in pista, piuttosto che per le sue prestazioni velocistiche. Nato a Kōbe, città situata nell’isola di Honshū, il pilota nipponico godeva di un grosso budget, essendo figlio di un ricco magnate. Dopo una lunga gavetta nelle formule minori, dove Taki non colse risultati di rilievo, il nipponico si rivolse ai team di F1 che cercavano un “pay driver”, riuscendo a strappare un contratto alla sventurata Simtek, esordendo nella massima serie in occasione della gara di casa. A Suzuka, in condizioni impossibili a causa del nubifragio, Inoue resistì in pista per soli tre giri, andando in testacoda per acquaplaning.
La stagione successiva si accasò alla Footwork, dove fece i salti mortali per assicurarsi la partecipazione a tutto il Campionato. Sonoramente battuto dal compagno di squadra Gianni Morbidelli, il pilota giapponese lasciò il segno per il motivo sbagliato, rimanendo vittima di due curiosi incidenti: mentre al GP di Monaco, ritiratosi per la rottura del pedale del freno, Inoue venne tamponato dalla Safety Car mentre la vettura era al traino e il pilota fu sbalzato fuori dall’abitacolo (Taki non si allacciò le cinture), rimediando una commozione cerebrale, al GP d’Ungheria venne investito da una vettura di sicurezza, mentre cercava di estinguere le fiamme dalla sua FA16. Rimasto fortunatamente illeso, Taki non si arrese e sembrò trovare un accordo con la Minardi per la stagione ’96, ma lo sponsor Unimat lo tradì, sancendo la fine della sua carriera in F1.
Shinji Nakano – nasce ad Ōsaka, capitale dell’omonima prefettura e popolosa città situata nella regione del Kansai, nell’isola di Honshu. Dopo aver maturato molta esperienza nella Formula 3 e nella Formula 3000 giapponese, Shinji fece il suo esordio in Formula 1 nel 1997, al volante della neonata Prost Grand Prix. Il pilota nipponico andò a punti in Canada ed in Ungheria, ma venne appiedato da Alain Prost al termine della stagione, passando al team Minardi per disputare il Mondiale 1998. Con il team di Faenza non arrivarono acuti, ma a Nakano restò la magra consolazione di aver battuto l’esordiente compagno di squadra Tuero. Escluso, forse prematuramente, dal circus della F1, il pilota di Ōsaka passò alla Champ Car nel 1999.
Naoki Hattori – nativo di Tokyo, vinse il campionato di Formula 3 giapponese nel 1990, trionfando l’anno successivo nella 24 Ore di Spa al volante della Nissan Skyline GT-R con Anders Olofsson e David Brabham. Sostituì il portoghese Pedro Chaves nelle ultime due gare della stagione ’91, alla Coloni, ma non vide le qualifiche nemmeno con il bonicolo. Il giapponese tentò la fortuna oltreoceano, ma ottenne maggior successo come giornalista.
Altro pilota proveniente da Ōsaka è Hideki Noda, vera e propria meteora in Formula 1, avendo disputato solamente tre Gran Premi nel 1994. Particolarmente competitivo nei kart a livello nazionale, Noda approdò in Europa nel 1989, partecipando al campionato della Formula Vauxhall Lotus. L’esordio in Formula 1 avvenne a Jerez, nel Gran Premio d’Europa 1994, con la scuderia Larrousse, per sostituire il francese Dalmas. Noda non concluse nessuna delle tre gare disputate, vittima di una LH94 ben poco affidabile. Per il 1995 sembrò certo il passaggio in Simtek, ma nonostante la cospicua somma di denaro versata da Hideki, tutto andò in fumo.
Rimanendo all’interno del capitolo “meteore in Formula 1” non possiamo non citare Toshio Suzuki, pilota originario di Saitama, capoluogo dell’omonima prefettura. Contrariamente a quanti molti pensano, il nipponico non è imparentato con il celebre Aguri. Campione kart nazionale nel 1975 e 1976, Toshio passò alla Formula 3, dove vinse il titolo nel ’79. Sfiorato l’iride nella Formula Nippon per ben due volte (1992 e 1993), Suzuki si impose nella 24 Ore di Daytona con Hoshino e Hasemi, prima di esordire in Formula 1 nelle due gare conclusive della stagione 1993. A firmarlo fu la Larrousse, team con il quale il nipponico colse come miglior risultato un dodicesimo posto al GP del Giappone. La parentesi nella massima serie fu presto chiusa e Toshio decise di tornare in Formula Nippon, dove vinse il titolo nel 1995. Resta celebre il secondo posto ottenuto nel 1999 alla 24 Ore di Le Mans.
Toranosuke Takagi – è stata una promessa mancata dell’automobilismo sportivo. Nativo di Shizuoka, città di circa 700.000 abitanti, (uno dei centri principali del Giappone), il ragazzo è figlio d’arte, essendo il papà un pilota di turismo. A partire dagli anni ‘8o inizia la carriera di Tora che, nella All Japan National Kart A2 Series, vince gare a ripetizione. Notato dall’ex pilota di F1 Satoru Nakajima in una gara di Formula 3 giapponese del 1994, Takagi esordisce in Formula 3000 nel 1990 con la Nakajima Racing, team con il quale rimane a lungo. Nel 1997 la Tyrrell firma Tora come test driver, facendolo esordire in F1 a partire dal Gran Premio d’Australia 1998. Il pilota di Shizuoka non ottiene punti nell’arco del Campionato, ma ben figura in qualifica, ottenendo in più di un’occasione buoni piazzamenti. Nel 1999 il passaggio alla Arrows, in seguito al ritiro della Tyrrell dalla massima serie. Takagi non coglie punti al volante della scarsamente competitiva A20 e rimane tristemente noto per la collisione con Esteban Tuero al triangolo di Suzuka nel ’98 (i cui detriti furono raccolti da Michael Schumache che forò dicendo addio alle speranze iridate) e quello con Badoer alla prima variante di Monza, in occasione del GP d’Italia 1999.
Takuma Satō – è molto probabilmente il pilota nipponico più famoso, grazie ai risultati ottenuti con la B.A.R. Honda e la vittoria in IndyCar a Long Beach nel 2013, entrando nella storia come primo giapponese a trionfare nella categoria USA. L’esordio del pilota di Tokyo in F1, appassionato di biciclette e campione di Formula 3 nel 2000, risale al 2002 al volante della Jordan, supportato dalla Honda.
Il miglior risultato arriva nel GP di casa, ultima tappa del Mondiale, con un quinto posto. L’anno successivo il passaggio in B.A.R. come test driver, rimpiazzando poi Jacques Villeneuve a Suzuka, concludendo la gara sesto. Dal 2004 il passaggio a pilota titolare a fianco di Jenson Button, Takuma centra il primo ed unico podio in carriera a Indianapolis e due quarti posti, terminando la stagione all’ottavo posto con 34 punti conquistati. L’ultimo acuto di Satō in F1 arriva nel 2007 al volante della Super Aguri, al Gran Premio del Canada, dove il pilota giapponese chiude sesto ingaggiando anche un bel duello con il due volte Campione del Mondo Fernando Alonso.
Visto recentemente in Indycar con il team A. J. Foyt Enterprises, Takuma ha preso parte alla prima gara del campionato di Formula E 2015 con il team Amlin Aguri.