F1 | Ferrari: l’insostenibile leggerezza dell’Elkann

La vetrina del gran premio del Mugello, la scorsa domenica, ha dato visibilità ad una dirigenza Ferrari della quale avevamo forse dimenticato i connotati. John Elkann ha festeggiato i 1000 GP della Ferrari dedicando un’ “ode” alla bravura di Lewis Hamilton. Invitando anche Charles Leclerc a prendere esempio dal pilota inglese. Forse non era il caso…

Il gran premio del Mugello, ha rappresentato per la storia Ferrari un traguardo importantissimo, raggiunto purtroppo in un momento in cui la Scuderia di Maranello attraversa una delle crisi più nere della propria storia.

In questa “splendida cornice”, il presidente John Elkann, ha mantenuto il suo contegno da gentleman consumato, sperticandosi nelle lodi (peraltro meritate) al Campionissimo Lewis Hamilton, in una “amabile” intervista a Sky.

“Lewis Hamilton è il più grande pilota della sua generazione e può diventare il miglior pilota di sempre in F1. Sono in pochi ad avere il suo talento, ancora meno hanno la sua abilità nel trasformare il talento in concretezza. E’ qualcosa da ammirare e da prendere come esempio e stimolo per le nuove generazioni, come quella di Leclerc. Non sempre chi ha talento lo traduce in grandi risultati”. 

Ecco, proprio quest’ultima frase va esaminata, per aiutarci a capire quale sia l’effettivo valore manageriale di chi dovrebbe sostenere un’azienda in difficoltà, ed invece occupa il proprio tempo nel sostentamento di un’immagine personale aristocraticamente distaccata.

Signor Elkann… QUESTA È LA F1, un posto dove gli uomini si giocano la vita per affermare la propria voglia di vincere. Un posto dove ci si confronta, in maniera dura ma quasi sempre lealmente. Un posto dove ognuno espone sé stesso nel bene e nel male senza nascondersi.

GP GRAN BRETAGNA F1/2020 – VENERDÌ 31/07/2020 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

Charles Leclerc già dal 2019 (ma anche in questo tribolato 2020) sta dimostrando una caparbietà ed una serietà, verso la squadra, che molti altri in passato non hanno mai messo in mostra.

Stiamo parlando certamente di un giovane pilota di 23 anni, per il quale ancora non possiamo azzardare alcun confronto con i grandi del passato. Ma al monegasco vanno senz’altro riconosciuti un talento ed una sensibilità di pista tipiche di alcuni dei più celebrati campioni.

Il team principal Mattia Binotto (altro responsabile primo della situazione attuale del Cavallino) in un’intervista al Tg3 (riportata dal Corriere dello Sport in quei giorni) in occasione del GP di Monza aveva dichiarato addirittura:

”Credo che Charles non deve solo affrontarla ma deve aiutare la squadra a venirne fuori. Deve crescere ancora come persona, è un ragazzino di 22 anni, deve crescere come leader”.

1000TH GP CELEBRATION – FIRENZE 12/09/2020 –
credit: @Scuderia Ferrari Press Office

A quanto pare certe esternazioni, infastidiscono Elkann e i “piani alti” della Ferrari che garantiscono fiducia al soldato Binotto ed a tutto  il suo staff, ma rimproverano ad un pilota determinato a vincere lo sfogo di un momento di frustrazione in un disastroso gran premio del Belgio.

Pensare di trattare un pilota di F1 come il giovane direttore di una sede periferica dalla FCA che ha venduto poche auto, invogliandolo a seguire i suoi colleghi delle sedi Ferrari Auto SPA di Abu Dhabi o Dubai per vendere di più, non è di certo la chiave per dare supporto e motivazione.

La frase pronunciata con insostenibile leggerezza “…Non sempre chi ha talento lo traduce in grandi risultati” non invoglia a vincere, casomai infastidisce!!

E tutto questo detto da chi, negli scorsi mesi è rimasto comodamente all’ ombra del suo Consiglio d’Amministrazione.

Elkann è comparso infatti raramente di fronte alla stampa e ai tifosi Ferrari per assumersi le responsabilità di scelte gestionali quantomai discutibili.

No, questa non può essere la dirigenza di un pezzo di storia dell’automobile: la Ferrari merita di meglio.

Come ha sostenuto Renato Ronco in un suo editoriale: se manca la passione…