Sento, leggo, io stesso propongo soluzioni utopistiche… ma è e sarà tutto inutile se non si farà ricorso ad un elemento indispensabile per far risorgere questa Ferrari impastoiata nei meandri di un’azienda e di un gruppo dirigente ( ma esiste? ) che si appigli di qua e di là per uscire dalla crisi.
Sapete cosa manca? LA PASSIONE !
Quella PASSIONE che fa muovere un plantigrado, che fa superare fatiche e contrattempi.
Quella PASSIONE che certamente sapeva far funzionare perfettamente quel gruppo formato da Montezemlo, Todt, Brawn e Byrne in simbiosi con Schumacher e che riuscì a ribaltare una situazione molto simile a quella che oggi affligge il team del Cavallino.
Quella PASSIONE che dovrebbe spingere Elkan e Camilleri a stabilirsi a Maranello per vivere e soffrire insieme a tutto il personale l’evoluzione del lavoro. Piloti compresi, che invece sono spesso impegnati in vicende mondane o familiari ( a buon diritto sia chiaro ). Però, vuoi mettere quando Schumacher praticamente viveva in pianta stabile o quasi a Maranello e si creava quel feeling fra tutte le componenti della squadra, dal vertice fino all’ultimo facchino, per puntare e raggiungere l’obiettivo.
Solo così, forse, si può risalire la china. Ma almeno bisogna provarci.
Perché la PASSIONE è un motore che vale quanto e più di una trovata tecnologica, anzi, la può ispirare.
Quella PASSIONE che i tifosi Ferrari dimostrano ancora in modo quasi commovente.
Mai ammainare la bandiera del Cavallino!