Hamilton cala il poker nell’anno dellla consacrazione

L’inglese della Mercedes, poi, ha approfittato di alcuni guai occorsi proprio nel finale di stagione alla SF70-H del tedesco, come la candela di Suzuka o il patatrac delle due Ferrari a Singapore. Ma la progressione che ha messo a segno dopo la vittoria del tedesco a Budapest è stata impressionante: vince a Spa, Monza (dove conquista un’incredibile pole position sul bagnato) e Singapore, si piazza dietro Verstappen (inavvicinabile) a Sepang e chiude di fatto i giochi a Suzuka, dove infligge un pesantissimo 25 a 0 al tedesco in termini di punteggio.

Il recupero e successivo allungo dell’inglese sembra ricordare, anche se con un finale diverso e con sfumature diverse, la straordinaria rimonta di Mansell (entrambi spalleggiati da ottimi compagni di squadra, Patrese e Bottas) su Senna nel corso del 1991, in cui l’inglese infilò 5 vittorie e 2 secondi posti in 9 gare nella parte centrale della stagione. Sarà il ritiro di Suzuka (guarda caso, il circuito che spianerà la strada del Mondiale 2017 a Hamilton) a sbarrare la strada verso il successo del Leone, mandando in apoteosi Magic e la McLaren, che festeggerà con il successo di Berger. Hamilton, invece, riesce nell’impresa di recuperare su Vettel, superarlo “a casa sua”, a Monza, e piazzare l’allungo decisivo nelle gare in cui, forse, la Ferrari avrebbe potuto recuperare qualcosa.

Una festa che poteva essere completata dal secondo posto in classifica di Bottas, ma a Interlagos la Ferrari ha dato prova di carattere andando  prendere i punti necessari per garantire a Vettel la piazza d’onore. Un titolo che giunge 30 anni dopo Piquet (mancava lui nel quartetto delle meraviglie) e 40 dopo l’uomo che lo ha voluto in Mercedes, Niki Lauda. Proprio in questi giorni, in cui si celebra il mesto anniversario dell’incidente capitato a Michael Schumacher (ironia della sorte, il quarto), il passaggio di testimone ideale tra il tedesco e l’inglese – che ha iniziato a intaccare i suoi record – sembra il preludio a una nuova lunga scia di successi. Sempre che, come rivelato alla stampa da Rosberg, il pilota di Stevenage non decida di ritirarsi… e allora la leggenda del numero zero tornerebbe alla ribalta. Di certo, la Formula 1 perderebbe uno dei piloti più forti degli ultimi 10-15 anni, capace di reinventarsi una carriera, di lottare e battere un compagno di squadra formidabile come Rosberg e avversari che, sulla carta, sembravano più forti (i riferimenti a Vettel e Alonso sono puramente casuali…) e uno dei piloti più completi degli ultimi anni.