Brawn propone eliminazione del DRS e delle penalità sui motori

Ross Brawn, nuovo delegato tecnico della FOM, inizia a muovere le prime pedine un vista di quella che sarà la Formula 1 del futuro, quella del post-Ecclestone, quella in cui, nelle idee del plurivittorioso ingegnere sudafricano, dovrebbe portare a una maggiore attenzione ai team e a regolamenti tecnici meno farraginosi.

In un’intervista ad Autosport, Brawn punta su due aspetti: l’eliminazione delle penalità in griglia per le power unit e l’eliminazione del DRS. La prima dovrebbe portare a una soluzione piuttosto immediata, visto che il nuovo regolamento sui motori entrerà in vigore al massimo nel 2021. Secondo Brawn, le soluzioni alternative potrebbero essere la perdita di punti nella classifica costruttori o la perdita dei token per lo sviluppo delle Power unit, soluzioni certamente meno impattanti e meno impopolari rispetto alle clamorose retrocessioni in griglia di partenza applicate sin qui, di cui Alonso e Vandoorne sono spesso sfortunati protagonisti (l’olandese ha scontato 65 posizioni di penalità solo a Spa).

Sull’eliminazione del DRS, invece, il discorso è più complesso e riguarda la capacità di una vettura di potersi far disturbare dalla scia della monoposto che la precede, suggerendo anche ai team di progettare le proprie monoposto non in isolamento, ma considerando anche il fatto che in gara possono entrare in contatto con altre vetture, rivedendo dunque i software di gestione delle gallerie del vento e di CFD. Un cambio di prospettiva che per Brawn dovrebbe portare all’eliminazione del DRS dal 2020 e che, forse, verrà salutato con favore dai team.

Di certo, Brawn ha intrapreso una strada ben diversa da quella tracciata negli ultimi anni dell’epoca Ecclestone: maggiore semplificazione dei regolamenti, maggiore attenzione alle esigenze dei team e dei  piloti, maggiore elasticità di interpretazione. Il problema adesso sarà tradurre queste proposte in realtà e per farlo bisogna interpellare lo Strategy Group e convincere i team più grossi (Ferrari e Mercedes che hanno il diritto di veto, Red Bull) della bontà di queste riforme prima che queste possano finire sul tavolo del Consiglio Mondiale della FIA. Con il rischio che quanto è successo nel recente passato, con la bocciatura del regolamento sui motori “clienti” per il veto di Ferrari e Mercedes (lamentata dallo stesso Ecclestone), potrebbe verificarsi di nuovo.