Prodromou e Newey visti dall’ing. Rodi Basso

Peter Prodromou
Peter Prodromou

Newey e Prodromou, due tra le personalità più di spicco tra gli attuali ingegneri aerodinamici in F1. Rodi Basso a Pit Talk, da conoscitore di entrambi, ci ha rivelato un aspetto forse poco noto relativo al binomio. 

 


 

L’ing. Rodi Basso ha vissuto tanti anni tra Ferrari, Red Bull e McLaren. Gli è stato chiesto un po’ dell’importanza dell’avere una personalità di estrema competenza come Newey in un team di F1 ma anche dei punti di contatto e delle differenze con colui che si può definire “figlioccio”, ovvero Peter Prodromou, un ingegnere brillante e carico di aspettativa che avrebbe dovuto regalare alla McLaren quel definitivo salto di qualità che ad oggi ancora non si vede. 

“Newey è una persona che come ingegnere e come direzione cerca l’efficienza aerodinamica estrema e questa è la vera variabile intorno alla quale girano tutti i suoi progetti. E’ un fenomeno oltre ad essere una persona innovativa che sfida qualsiasi paradigma esistente. Ovviamente l’aerodinamica è una scienza sperimentale difficile e nei cambiamenti di regole si rischia tantissimo. A volte Newey nell’azzardare o nell’essere ambizioso può portare a delle strade sbagliate e bisogna avere la potenza di budget per poter recuperare uno scenario non facile, come successe anni fa in McLaren.

La reputazione di Prodromou come figlioccio di Newey nasce dal fatto che lui stesso si arrabiò moltissimo quando Peter lasciò la McLaren. Prodromou colma un po’ la parte più teorica, di ricercatore e teorica che Newey forse ha di meno, essendo lui sperimentale e pratico. E quindi la combinazione del teorico e dello sperimentale portava ad un risultato eccellente. Mentre forse Peter, da solo teorico, se non ha l’appoggio di chi ha quella sensibilità sperimentale che nasce dall’esperienza, è come se avesse mancanza di qualcosa!”