domenica, Novembre 3, 2024

F1 | Rodi Basso: “Red Bull attaccata politicamente da più parti”

Rodi Basso, ex ingegnere Ferrari, McLaren e Red Bull, analizza ai microfoni di Pit Talk come è nato lo stradominio Red Bull

Rodi Basso è stato ospite della consueta puntata del lunedì di Pit Talk, analizzando i motivi dello stradominio Red Bull.

L’ingegner Basso è forte di una grande esperienza in F1 con Ferrari, McLaren e Red Bull; con quest’ultima, ha avuto la possibilità di lavorare, e vincere, al fianco di Adrian Newey.

Newey fa parte dell’olimpo dell’ingegneria di pista. Una persona che non ha paura a prendere rischi sul progetto, come successe vent’anni fa quando lavorava in McLaren, quando provò qualcosa di estremo che mai funzionò, ritrovandosi a rifare la macchina durante la stagione.”

F1 – La McLaren MP4/18

Il riferimento è alla MP4/18, un progetto radicale e ancora acerbo per l’epoca, nel quale Newey dimostrò l’incredibile tasso di innovazione dei suoi progetti, contando su soluzioni, come il blown diffuser, riportate anni dopo sulla RB7.

 

 

Continua Basso: “Quindi una genialità del progettista, e la percentuale di rischio al seguito, supportata da un team granitico, coeso dalla figura di Christian Horner.”

“Horner si comporta in maniera estremamente efficace, sia nel posizionamento degli uomini nei reparti che nella comunicazione. Una persona che ha subìto molti attacchi politicima che è sempre stato spiazzante nelle risposte.”

 

 

Red Bull attaccata politicamente? Forse no…

Rodi Basso ha una tale esperienza e contatti nel mondo della F1 che sicuramente conosce retroscena non destinati al grande pubblico.

Di conseguenza, se dice che Horner è continuamente attaccato dai giochi di potere interni al Circus, ben in pochi possono sostenere il contrario.

Allo stesso tempo, non possiamo non rimetterci al dovere di cronaca, riportando quanto la “politica” in F1 abbia de facto permesso alla Red Bull di passarla liscia in almeno una situazione spinosa.

Ed il riferimento non è al finale di stagione 2021, dove un errore della direzione gara (perché di errore si trattò, chiunque dica il contrario, o è in malafede, o non ha seguìto, N.d.A.) costò il campionato a Mercedes in favore degli anglo-austriaci.

Bensì parliamo del Budget cap-gate, dove il team non è stato soggetto ad altro che una reprimenda, anche economica, e qualche ora in meno di sviluppo per il 2023.

F1 – Christian Horner

Insomma, una penalizzazione che ha tutto il sapore di influenza politica esercitata sulla FIA da parte di Horner, il quale ha dimostrato sul campo di non essere un giovane virgulto ingenuo del motorsport.

E con altrettanta sincerità non possiamo che levarci il cappello di fronte alla macchina più forte del 2022, ancora più forte nel 2023.

Merito di Newey o di Horner? Ha ragione Rodi Basso, è merito di entrambi.

 

 

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