F1 | Bouiller: “Massima libertà ai top team”

Eric Bouiller concorda con la tesi espressa da Alonso, secondo cui i top team devono godere di maggiore libertà di gestione e di spesa.

30 dicembre 2015 – Uno dei temi più dibattuti in F1 è quello dell’abbattimento dei costi, da molti ritenuti eccessivi e insostenibili. La FIA ha cercato negli ultimi anni di porre un freno alle spese folli dei top team riducendo le ore consentite in galleria del vento, congelando il motore – fino al 2016 – e abolendo i test privati durante l’anno, con effetti non proprio positivi, come fa notare Eric Bouiller, Team Principal della McLaren.
Il francese dichiara a Motorsport.com:
“Se [certi team] se lo possono permettere, facciano pure. Se vuoi entrare in F1 devi sapere se te lo puoi permettere, e i costruttori possono, quindi non è questo il punto. Sono i team minori che non ce la fanno, [ridurre i costi] causa problemi ai costruttori, e i team privati non risparmiano nulla. Se uno vuole farsi le porte d’oro, lo faccia. Bisogna anche mantenere stabili i regolamenti, in modo che tutti raggiungano il limite, e allora avremo una griglia competitiva come nel 2012-2013”.
E’ un pensiero che aveva condiviso anche Alonso poche settimane fa: i team minori chiedono di abbassare i costi, per loro insostenibili, ma il modo in cui la FIA persegue l’obiettivo è sbagliato. Eliminare i test privati, ad esempio, porta i top team a spendere cifre folli per progettare e programmare simulatori ultracomplessi, i quali peraltro non permettono sviluppi efficaci come quelli in pista, e questo porta a un plafonamento delle prestazioni e delle posizioni fra team. Basti vedere i domini di Red Bull e Mercedes negli ultimi anni per rendersene conto, e il miglioramento di prestazione tra il 2014 e il 2015 di appena cinque decimi di media, come riportato da Auto Motor und Sport. Oltre a questo, ciò che rende insostenibile la F1 è il contorno: il numero di trasferte sempre più elevato, le richieste di denaro sempre più elevate da parte di Ecclestone e le nuove unità ibride che costano 20 milioni l’anno, contro i 6 dei vecchi V8. Insomma, la FIA sbaglia a limitare i test perché aumenta i costi anziché ridurli, ma questa F1 è fatta su misura per i costruttori e impedisce ai garagisti di esprimersi – se non di farli fuori, come ha rischiato di fare la Red Bull.
Bisogna permettere ai team più abbienti di fare i test necessari, per avere una griglia più competitiva, ma anche modificare la F1 per non renderla un club super-esclusivo appannaggio dei soli costruttori. Altrimenti, altro che terza vettura…
di Marco Bottamini