Puntata speciale di Beastly Days. Prima edizione nella storia del Gp di Azerbaijan? E noi ripeschiamo il Capolavoro con la C maiuscola di Alonso in versione Ferrari: il Gp d’Europa del 2012. Pur sempre di un circuito cittadino si tratta.
Il personaggio: Ok, evitiamo subito che le emozioni divorino tutto e facciamo un’attimo il punto. Di solito, all’inizio di Beastly Days, si tratta del personaggio per spiegare meglio chi è il protagonista della nostra storia. Oggi, ladies and gentleman, si parla di Alonso. Dai, non prendiamoci in giro. Alonso non ha bisogno di presentazioni tanto lunghe. E’ lui, è Fernando o Fer come veniva chiamato via radio.
E’ un pilota che ha un talento cristallino come l’acqua ma duro come il marmo. Un pilota che pensi veramente viva con tre cuori in corpo: uno nel petto, e due nelle mani. Si, perchè lui la macchina la guida col cuore. Lauda con le chiappe, Schumacher con la testa, Villeneuve con gli attributi e Alonso col cuore. Che poi attributi e cuore, talvolta, possono confondersi facilmente, ma quello è un’altro paio di maniche. Alonso ha rappresentato quell’anello di congiunzione tra chi per la Ferrari ha dato tutto e viceversa.
Un pilota che nella sua completezza di talento (nel senso che andava forte ovunque) ha cercato nella Rossa di Maranello quel mondiale che inspiegabilmente manca da un’infinità di anni. Un pilota, l’asturiano, che spesso ha saputo essere prima uomo. Niente scenate American Style per compiacere sponsor a amichetti “rappettoni” dal dollaro facile. Ma gesti, talvolta anche estremi, che provenivano dal profondo del cuore. Insomma: Corazzon de Alonso urlano i commentatori tv spagnoli. Avendo totalmente ragione.