La giornata bestiale: E’ il 24 giugno del 2012 e a Valencia picchia un sole che sembra debba asciugare il mare. Alonso nel secondo Gp di casa, si presenta da secondo in classifica iridata ma con soli due punti di distacco da Hamilton, in un mondiale che ha regalato sei vincitori diversi nelle prime sei gare. Nelle libere, si vede subito che la Ferrari F2012 col caldo ci si trova da dio. C’è ottimismo al box Ferrari la mattina del 23 giugno, giorno delle qualifiche; un ottimismo che diventa disperazione quando, per un errore di calcolo nei tempi di uscita durante il Q2 (che strano!), Alonso non riesce ad andare oltre l’undicesimo miglior tempo. Disperazione che diventa ira quando leggi che il suo tempo è di appena 4 millesimi più lento dell’ultimo qualificato al Q3. Ira che si trasforma in imprecazioni quando Grosjean, best time nel Q2, al ferrarista ha dato appena due decimi e poco più.
Insomma, ci sono tutti i presupposti per vedere un’altra, ennesima, chance buttata al vento. Ma è proprio in questi momenti che si vede il pilota di cuore: quando tutto e tutti remano contro. Al via Alonso guadagna subito 3 posizioni, e sopravanza Hulkenberg al giro 11. E’ velocissimo, quasi quanto Vettel che, scattato dalla pole, guida la sua solita gara da fuggitivo. Alonso invece corre contro tutto e contro tutti. Svernicia prima Maldonado poi, dopo una lunga serie di tentativi, anche il Kaiser Schumacher deve alzare bandiera bianca. Di Resta e Webber si fanno passare da un’Alonso che non guarda in faccia nessuno. Al giro 28 una safety car ricompatta il gruppo con tutti, o quasi, che si buttano nei boxe per cambiare gomme. Lo fanno anche Alonso ed Hamilton con l’inglese frenato da un problema al carrello sollevatore anteriore. Lo spagnolo lo passa e i conti aperti dal 2010 posso ora ritenersi saldati.
Alonso è incredibilmente terzo e ha negli occhi solo Vettel, inconscio guastafeste momentaneo di una giornata storica. Alla ripartenza Fernando brucia letteralmente un incredulo Grosjean che ancora oggi deve capire come ha fatto a frenare così tardi. Ora toccherebbe a Vettel, ma il wonder boy è veloce quanto enorme da superare. La sua Red Bull sembra un muro che corre troppo veloce per essere preso e superato. Peccato per Vettel che quello è l’ Alonso day e l’alternatore lo molla a piedi poco dopo l’uscita della safety car.
No qua non si tratta di una chance sprecata da un muretto box disattento in un caldo sabato di fine giugno, ma di un meraviglioso disegno che il destino ha voluto tracciare nella vita di ogni tifoso ferrarista. Alonso è primo, dopo una rimonta assurda. Sul traguardo arriva primo davanti a Raikkonen e Schumacher per un podio che profuma tanto di Ferrari. Hamilton si ritira all’ultimo giro, permettendo allo spagnolo di schizzare in vetta al mondiale. Una giornata perfetta, una giornata da cuore rosso. Un trionfo assoluto, che nulla può rovinare manco oggi a 5 anni di distanza.