F1 | La grande battaglia di Vettel

Sebastian Vettel, Ferrari, Abu Dhabi Test, 2019

Sebastian Vettel affronterà, di qui a poco, la vigilia della sua stagione più importante da quando è in F1. Tra i suoi aspetti familiari in evoluzione e l’ambiente Ferrari che cambia attorno a lui, il tedesco dovrà per forza di cose fare le spalle larghe. 

 

di Francesco Svelto |

 

Prendo spunto dalle parole di Mark Webber, rilasciate ad una emittente inglese, e che commentano il prossimo futuro del pilota della Ferrari ed ex compagno di squadra proprio di Webber:

“Seb è un vincente ma uno dei suoi grandi difetti è quello di ascoltare poco. Adesso avrà tre bambini in casa e l’anno prossimo ci saranno ventidue appuntamenti. Non ho figli, ma sono dell’idea che per lui sarà una vera sfida. Qualcuno ad esempio non ce l’ha fatta a far combaciare le cose. Il 2019 è stata senza dubbio la sua peggiore stagione in Ferrari, ma deve essere cosciente del fatto che si troverà ad affrontare una grande battaglia nel 2020”.

Ancora tanti auguri a Sebastian, questo prima di tutto e al di la di qualsivoglia commento o giudizio di natura sportiva. Il suo distinguere la vita privata da quella professionale, il suo voler tenere “coccolata” e al sicuro la sua famiglia rappresentano – per chi scrive – un modo di fare lodevole.

Ma venendo alla sfida di cui parla Mark Webber, proviamo ad aggiungere qualche aspetto.

Al di la dei pensieri che aleggiano nelle viscere della mente di ogni uomo e che, ovviamente, vanno ad aumentare in maniera esponenziale quando la propria famiglia cresce, è ovvio che Seb dovrà lasciare un bel po’ di spazio alle problematiche della sua “altra” famiglia. Ovviamente ci riferiamo a quella della Ferrari. Sapendo che, come tutte le grandi famiglie, non sono tutte rose e fiori.

Il 2020 di Vettel sarà inevitabilmente l’anno della verità in Ferrari. Sarà la sua sesta stagione in rosso e, forse, la più difficile da affrontare. Almeno alla vigilia.

Seb arriva da un 2019 disastroso. E la vittoria di Singapore non ha potuto risollevare di molto questo giudizio. Si è trovato in casa un compagno “scomodo”, di quelli che tengono sotto pressione a causa della velocità. E il suo status di capitano (datogli da Binotto ad inizio stagione ma anche dal “peso” dei suoi quattro titoli mondiali) è stato messo a dura prova. E non è detto che nel 2020 questi gradi si trovino ancora sulle sue spalline.

Dovrà affrontare la battaglia in pista non solo contro un avversario temibile e che avrà, a sua volta, un anno di esperienza in rosso alle spalle ma anche speranzoso che la sua vettura risponda quanto più possibile alle sue particolari esigenze di guida (ricordiamo le difficoltà di Seb quando si ritrova una vettura nervosa al posteriore ed anche le parole dell’ing. Enrique Scalabroni relativamente al discorso del poco adattamento del pilota alle power unit ibride).

Vettel non è un pilota bollito. A parere di chi scrive ha bisogno solo del giusto contesto in cui collocarsi per poter esprimere il meglio delle sue possibilità. Ma ora dovrà per forza gonfiare il petto e dimostrare che a quasi 33 anni magari non sarà più veloce del compagno – uno dei talenti più cristallini della new generation – ma che ha un bagaglio d’esperienza da non sottovalutare e che potrà essere utile alla causa Ferrari.

Dovrà ripartire mentalmente dal pre-Hockenheim 2018, data rossa, cerchiata e depennata del suo calendario personale dove da allora tutto è cambiato. Dovrà fronteggiare lo scorrere inesorabile del tempo pur consapevole che questo non comporta solo svantaggi ma, come ribadito sopra, che sa anche regalare qualcosa che non tutti hanno.

E dovrà battagliare con l’ombra di Lewis Hamilton che si intravede da lontano…

E se non dovesse andare come lui e i tifosi ferraristi sperano, pazienza. Almeno avrà combattuto e gli verrà reso l’onore delle armi.

 

Francesco Svelto