Giovanni Minardi a tutto campo: F1, giovani e Andrea Kimi Antonelli

Una lunga e piacevole chiacchierata con Giovanni Minardi, a capo della Minardi Management e scopritore di talenti del motorsport. Con lui abbiamo toccato diversi temi relativi ai giovani di questo sport e alla loro crescita fino ai massimi livelli. 

Più in generale, Giovanni, dopo il Karting quali sono le strade, in prospettiva per diventare pilota professionista, che ti senti di consigliare ad un pilota?

Diciamo che è più o meno obbligato, se tu vuoi provare ad arrivare alla F1, finito il kart, partecipare alla Formula 4, continuando con la scaletta di cui sopra. Secondo me, almeno io quando firmo un contratto con un pilota, non prometto la F1. Io parlo esattamente di professionismo perché diventare professionista è una cosa, arrivare in F1 è un’altra. Già diventare professionista è difficile, arrivare in F1 è 100 volte più complesso. Bisogna sempre valutare la possibilità che hai, tu pilota, in termini sia di doti tecniche sia economiche.

Karol Basz
Karol Basz

Purtroppo sappiamo tutti che questo sport è molto costoso e bisogna cercare di fare sempre il passo che la gamba ti permette di fare. Gli anni del Kart sono quelli che ti permettono di decidere quelle che sono poi le strade da percorrere. Ci possono essere tanti piloti, come uno dei miei che si chiama Nicolas Pujatti che “sfortuna sua” (ride, n.d.r.) che fa questo sport è alto quasi un 1,90 m e di conseguenza parlare di monoposto diventa complesso. Lui è un ragazzo che comunque ha doti velocistiche molto interessanti ed è innamorato del mondo delle GT; quindi, stiamo aspettando che compia 16 anni, perché è anche molto giovane, nonostante l’altezza, per prepararci in prospettiva per poi entrare in questo mondo.

Lui è innamorato delle Porsche e vedremo di farlo entrare nel mondo del Carrera Cup, per vedere quello che potrà fare e cercare di farlo diventare professionista nel mondo delle GT, come ha fatto il ragazzo di 30 anni di cui abbiamo parlato prima, Karol Basz. Lui è stato professionista fino a 23 anni nel mondo del kart, e poi dopo sono riuscito a convincerlo nel fare il salto e ci siamo imbarcati nel mondo delle GT e adesso sta vincendo tutto. Ha vinto mondiali su mondiali con le Lamborghini Super Trofeo, oggi è primo nell’endurance italiano sempre con Lamborghini, ha partecipato alle 24 ore di Spa qualche settimana fa. Sta facendo risultati su risultati e se non arriva primo finisce secondo; quindi, stiamo cercando di entrare in una casa automobilistica per farlo diventare professionista. Per fortuna negli ultimi anni siamo riusciti a correre senza spendere, ed è già un buon risultato. Ha le potenzialità per fare il pilota professionista perché anche lui qualsiasi macchina gli dai, va forte. Quest’anno corre sia con Lamborghini, sia con l’Audi, sia con la Ferrari. E vince con tutte!

 

Hai citato il GT che è una branchia del motorsport estremamente interessante con le varie categorie stanno riscuotendo sempre più successo e grande apprezzamento da parte del pubblico…

I piloti giustamente partono con il sogno e l’idea di voler arrivare in F1, fino a che hai quel sogno li, lavori al massimo. Se parti con il concetto di dire “Vado nel GT!”, l’intensità di lavoro che ci metti è inferiore perché hai chiaramente un obbiettivo inferiore, fin dall’inizio. Di conseguenza non sei sempre al 100%. Purtroppo, questo è uno sport che ti porta via tutto, devi lavorare costantemente per quella giornata che scendi in pista. Devi allenarti fisicamente, mentalmente, devi stare attento a ciò che mangi, devi andare a letto presto che magari per i più giovani è complesso. Diventa una situazione difficile per questi ragazzi e devi fare tanti sacrifici per far si che l’obbiettivo arrivi. Difficilmente ad un pilota puoi toglierli questa cosa dalla testa.

Ferrari 488 GT3 - AF Corse

Alla fine, le gare endurance sono diventate importanti perché ormai il pubblico si sta appassionando tanto. Sono gare divertenti dove si danno sportellate e comunque il pubblico si riscopre anche sulle macchine che poi vede in strada. Tutto ciò fa si, soprattutto all’estero, che abbia molto successo. Mi sono trovato quest’anno diverse volte agli eventi del GT World Challenge e i circuiti sono pieni di persone. Vai a vedere il WEC e sono pieni. In America non ne parliamo, e per questo motivo sta crescendo questo ambiente e di conseguenza i piloti riescono ad avere degli sbocchi in più, rispetto alla sola F1.

 

Per quanto riguarda la F1 secondo te chi potrebbe essere il pilota che potrebbe meritare l’accesso?

Devo essere sincero, mi dispiace per tutti coloro che stanno correndo in questo momento. Per quelle che sono le caratteristiche che vedo nei piloti, non c’è molto. L’unico forse, è quello di cui si parla di più in questo momento, Piastri. Ha vinto tutto, come i grandi campioni che sono oggi in F1. Anche se non sempre per bravura, ma qualche volta anche per fortuna, ma comunque ha vinto tutto e chi vince ha sempre ragione. Penso che fondamentalmente sia l’unico che abbia questa potenzialità. Poi si sa in F1 comunque ci sono 20 piloti, tra cui le comparse. Se parliamo di piloti che devono entrare e dimostrare di essere degni di correre in F1 e a lungo termine, l’unico può essere Piastri.

Oscar Piastri
Oscar Piastri, Alpine, 2022

 

Piastri beneficerà probabilmente dell’effetto domino che ha innescato Vettel con l’annuncio del ritiro. Vettel e Alonso, due piloti veterani della F1, che hanno deciso di percorrere strade differenti, magari dettate da motivi diversi. Tu cosa ne pensi di queste scelte molto agli antipodi dei due?

Sono due persone completamente diverse, nella vita privata, di conseguenza le scelte vengono in riferimento ai tuoi interessi al di fuori del Circus. Vettel credo abbia fatto la scelta giusta perché comunque è un quattro volte campione del mondo e andare incontro a questo tipo di risultati secondo me, anche per lui stesso, non è bello. Questo mondo ti porta via tutto. Quando hai una famiglia, finché hai i bimbi piccoli magari riesci a portarteli dietro.  Quando crescono, iniziano scuola, diventa più difficile quindi la lontananza dai figli e dalla moglie, comincia a pesare. Questo penso sia successo a Vettel e condivido la scelta perché comunque deve esserci una data di scadenza. Ci deve essere il momento di dire basta e quando la prendi così serenamente come ha fatto lui, penso sia la cosa migliore. Faccio un esempio recente, Raikkonen dal mio punto di vista doveva farlo molto prima di quando effettivamente ha smesso. Questo perché comunque ha avuto una fase calante enorme. Secondo me sarebbe stato meglio andare via da vincente, quando tornò nella Renault/ Lotus, li poteva essere il momento giusto.

Sebastian Vettel, Aston Marti, 2022
Sebastian Vettel, Aston Martin Racing, 2022

 

Per quanto riguarda Alonso, invece, è una macchina da guerra. Secondo me, se avesse la possibilità lui correrebbe fino a 70 anni. Lui è competitivo in tutto ciò che fa, dal singolo giro in bici a tutto quello che può essere trasformato in gara. La sua fortuna è che non ha una vera e propria famiglia, se non una fidanzata che si può portare in giro per il mondo senza alcun tipo di problema. Questo non gli crea turbative nella vita privata e lui in testa ha solo le macchina. L’ha dimostrato quando ha fatto la pausa con la F1. Non è stato fermo come magari fece Schumacher. Alonso è uno che non si tira indietro anzi probabilmente il giorno che smetterà con la F1, continuerà a correre con qualche altra Formula o GT. Secondo me è difficile per lui dire basta perché ha la competizione nel sangue. Egoisticamente direi che ogni tanto bisogna decidere di andare in pensione perché i posti sono solo 20 e i giovani devono salire.

Fernando Alonso
Fernando Alonso in prima fila al GP del Canada, Montreal 2022

 

Domanda a brucipelo: chi vince il mondiale di F1 2022?

Domanda difficile, se parliamo in termini di piloti, in questo momento, possono vincere sia Verstappen che Leclerc. Le macchine sono entrambe competitive. La sfortuna che ha avuto in questo momento Leclerc sicuramente non l’ha aiutato. Il mondiale è abbastanza lungo, nonostante i punti comincino ad essere abbastanza tanti. Però è una lotta chiaramente tra loro due. In questo momento è avvantaggiato Max, non solo per i punti che ha di vantaggio ma anche per il fatto di essere già campione del mondo. Sà cosa vuol dire esserlo e ti mette in una tranquillità superiore rispetto a quella di Charles. Lui vuole diventarlo e quindi rischierà sempre di più. Indipendentemente da quanto successo nelle ultime gare, secondo me, quello che farà da padrone sarà il gioco di testa tra i due ragazzi. Max ha dimostrato di averne di più, anche perché ha già vinto, cosa che non ha ancora fatto Charles.