Andrea Kimi Antonelli sta un po’ dominando il campionato italiano di Formula 4 e anche partecipando e facendo bene nel campionato tedesco, dopo gli anni del mondiale kart. Tu sei stato il primo a proporgli un contratto di management. Che cosa hai visto in lui, che cosa ti ha colpito all’inizio di questo ragazzo?
La cosa è stata veramente semplice, sono andato a vederlo al Summer Camp quando aveva 8 anni. Lui aveva girato un po’ con il kart ma non aveva mai visto Sarno (il luogo del Summer Camp). Dopo due/tre giri, faceva le linee perfette, staccava nel punto perfetto e ha anche fatto il record della pista. Li è stato veramente impossibile non notare le sue capacità, tanto più che nel giro di due secondi ho chiamato il padre per chiedergli se potessi metterlo sotto contratto, visto anche il buon rapporto che ho con Marco (il papà). Lui ridendo mi ha chiesto il perché, dovesse firmare subito, e gli ho risposto di non preoccuparsi, firmare il contratto, andare avanti e alla fine ci saremmo divertiti. Alla fine, così è stato, siamo riusciti a intraprendere una strada molto interessante.
Antonelli è entrato da qualche tempo nell’orbita dell’Academy Mercedes, ha avuto un contatto con Toto Wolff. Ci racconti com’è andato questo passaggio?
Il contratto iniziale, firmato con il papà Marco, era partito su una scommessa molto importante. La prima volta gli dissi: ‘’Secondo me Andrea è un pilota da F1 e non può non arrivare li. Il mio obbiettivo sarà quello di metterlo in un Academy nel minor tempo possibile’’. Tutto questo anche perché il papà lavora in questo settore. Marco ha un team, però non ha le possibilità economiche che ci vorrebbero per arrivare in F1 e quindi gli ho detto lasciami lavorare e troveremo la soluzione. Così è stato, ho preso appuntamento con Toto (Wolff) e ci siamo visti a Monza. Li abbiamo fatto una riunione dove gli ho espresso il mio pensiero su questo ragazzo. Lui fortunatamente mi ha creduto e ha fatto si che il responsabile dell’Academy venisse a vederlo ad Adria. Li è stato subito, primo amore anche da parte sua perché in quel weekend li è andato fortissimo e ha fatto vedere le stesse cose che avevo visto io quel famoso giorno a Sarno. Ci siamo trovati nelle condizioni che è piaciuto tutto ed è stato semplice. La stessa semplicità che ho provato io nell’ innamorarmi di Andrea, in termini sportivi. A mio parere è un talento, gli viene naturale guidare qualsiasi cosa tu gli dia. Fino ad ora ha provato tutto e con qualsiasi cosa riesce ad andare veramente forte. Devo ringraziare Toto per avermi creduto e per la riunione. Probabilmente si è vista l’enfasi e la sicurezza che avevo su quello che dicevo e ha dato la possibilità di far venire Gwen (Lagrue, il responsabile del programma giovani di casa Mercedes, n.d.r.).
Ho visto il suo report e ne ha parlato molto bene quindi è stato semplice arrivare alla stipulazione del contratto. La strada è ancora lunga perché siamo ancora in Formula 4 che è solo il primo gradino. Nonostante ciò, sta facendo molto bene sia nel campionato italiano che in quello tedesco, ha fatto bene precedentemente nei kart e poi nella Formula 4 degli Emirati lo scorso inverno…
Le prospettive sono quelle che ci siamo prefissati all’inizio e speriamo vada avanti così. L’incontro con Toto è stato molto interessante perché era la prima volta che gli parlavo. Non ero così sicuro del risultato finale però è stato davvero una persona gentilissima. In quell’appuntamento venne pure mio padre che approfittò del mio meeting e visto che non parla inglese mi chiese se gli potevo fare da traduttore, perché doveva parlare per il Minardi Day e l’anno dopo, infatti, a Imola venne Mercedes, con Bottas.
Quindi è stato un’po’ un colpo di fulmine, sia per te sia per Toto, questo ragazzo?
Si, è stato bello perché il giorno che abbiamo firmato il contratto, cioè l’anno successivo al primo incontro con Andrea, c’è stata quella che per me è la cosa più bella che potesse capitare ad un ragazzino dell’età sua, a quel tempo (11-12 anni, n.d.r.). Lo portò all’interno dei box, gli mise la cuffia per ascoltare cosa si dicessero con i piloti e lo resero partecipe come se fosse già un pilota loro. Questo per fargli vivere quello che sarebbe, nel caso arrivasse in F1. Questo è il suo sogno e ciò gli ha fatto capire che la possibilità di realizzarlo è concreta. Secondo me è stato molto interessante perché ha motivato ancora di più Andrea, anche se non ce n’era bisogno, perché si è sentito, appena firmato il contratto, già a casa. Tutto ciò è stato fondamentale per avere la sicurezza e tranquillità di poter lavorare e pensare solo ad andare forte.
Dove lo vedremo questo ragazzo, nel prossimo futuro, dopo la Formula 4?
Quello che la FIA vorrebbe, sarebbe il passaggio dalla formula regionale. Prassi vuole che ci sia il passaggio da Formula 4 a Regional, Formula 3, Formula 2 e Formula 1. Secondo me, ne parlavo anche con il padre, sarebbe sprecato perché la Formula Regional non da spettacolo come la Formula 4 o la Formula 3. La macchina è molto complessa nella sua costruzione e quindi le gare sono veramente monotone. Ti giochi tutto in un quarto d’ora di qualifiche. Non c’è la problematica perché quest’anno, Andrea, sta dimostrando di fare pole position su pole position, però il brutto di questo campionato è che ti giochi la gara in base alla qualifica. Visto il talento e quelli che sono i risultati, secondo me, sarebbe meglio fare il salto in Formula 3. Ovviamente questa è una scelta che non spetta a me, ma a Mercedes perché sono coloro che finanziano il progetto.
Il mio pensiero gliel’ho comunicato. Siamo sempre stati abituati sia a parlare di quello che poteva essere il passaggio di categoria sia quello dei team. Con le potenzialità che ha Andrea potremmo andare anche in Formula 2. Per me è un ragazzo che più cavalli gli dai, più forte va, non ha problematiche nel fare salti di categorie anche se può sembrare che fisicamente non ce la faccia perché è molto esile. Non ha problemi nel guidare nessun tipo di macchina e non ha paura nel cimentarsi contro nessuno. Quindi vedremo cosa deciderà Mercedes dopo le varie riunioni che faremo insieme al papà.
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