F1 | In Ferrari attriti tra Binotto e Simone Resta

La crisi Ferrari non smette di far parlare, oltre che gli appassionati, anche molti degli addetti ai lavori all’ interno del motorsport. È il caso di Alberto Sabbatini, giornalista sportivo ex direttore di Autosprint ed Auto, che a PitTalk n.240 ha dato il suo parere. E dal suo punto di vista emerge anche un elemento inedito…

Puntata 240 di PitTalk, in cui è ospite Alberto Sabbatini, ex direttore di Autosprint ed Auto. Una delle voci che hanno descritto negli anni cadute e trionfi della Ferrari in F1 esprime il proprio parere sul “caso Ferrari”.

Dalle dichiarazioni del noto giornalista, emerge uno scenario che fino ad ora non era mai emerso così nitidamente e che, se confermato, aggiungerebbe benzina al fuoco già alto dei guai di Maranello.

Simone Resta

La Ferrari della crisi 2020, subisce pesantemente l’effetto di lotte intestine delle quali si poteva solo supporre l’esistenza. In particolare tra due degli esponenti di spicco dello staff tecnico modenese: Mattia Binotto ed il capo-progetto F1 Simone Resta.

“In Ferrari occorrerebbe un uomo di peso dall’estero, perché ci sono situazioni complicate a Maranello.” ha dichiarato Sabbatini “Si dice che ci sia attrito tra Binotto e Simone Resta che è il capo-progettista. Si sono ricreate, in Ferrari, quelle spaccature interne che abbiam visto tanti anni fa più volte. Con la differenza che una volta si creavano anche quando le cose andavano bene mentre ora si creano quando i risultati scarseggiano”.

Quello dipinto da Sabbatini a PitTalk è un quadro della situazione decisamente allarmante.

Oltre alla manifesta incapacità in campo agonistico, dei massimi vertici del Cavallino Rampante, della quale più volte si è trattato, ci si troverebbe di fronte ad un caos organizzativo degno del peggiore dilettantismo.

Mattia Binotto

Un caos, che all’ interesse della squadra antepone gli interessi difensivi di qualcuno che da molti GP di F1 a questa parte ci ricorda che “…occorre valutare i dati…” o che “…dobbiamo capire…”. Si ma che cosa???

Forse l’esperienza di Simone Resta ha evidenziato qualche problema, oltre che nella progettazione della SF1000, anche nella gestione da team principal del buon Binotto ?

Nell’ ottica della crisi Ferrari Sabbatini rinnova anche uno dei dubbi più ricorrenti degli addetti ai lavori in F1.

È un punto di vista che già Pino Allievi, Enrique Scalabroni e molti altri hanno chiarito nelle loro dichiarazioni sia ai nostri microfoni che su vari media sportivi.

“Non capisco perché a gennaio, dopo essere stata punita dalla FIA, quando è stato imposto di togliere il sistema che dava maggior potenza, la Ferrari non abbia usato il suo peso politico per avere la possibilità di sviluppare il motore” ha dichiarato il giornalista “Perchè non hanno usato questo peso politico o qualsiasi altra arma per fronteggiare quella situazione? Todt o Montezemolo non l’avrebbero mai permesso usando il loro carisma, blasone e peso politico per recuperare parte della penalizzazione subita.

Perchè in questo caso no?

Io posso immaginare solo che abbiano ottenuto di spostare più in alto il budget-cap. Fissandolo a 145 milioni invece dei 100 che si pensava potessero essere. Forse pensando anche di poter recuperare velocemente il gap.”

Siamo di fronte ad una montagna di domande e di supposizioni. Una montagna che, anche a chi è avvezzo alle “stanze dei bottoni della F1” appare enorme come l’Everest ed insormontabile come il Nanga Parbat. Una montagna che richiederebbe scalatori capaci di grandi imprese, e non alpinisti della domenica (anche se di origine Svizzera…) più adatti ai sentieri del trekking che alle altitudini delle cime himalayane !!!