Anteprima storica del GP dell’Emilia Romagna, con il felice ritorno della F1 a Imola. Il circuito del Santerno debutta in F1 nel lontano 1979 per una gara non valevole per il campionato del mondo. E’ l’inizio di una storia bellissima, che ha subito un stop forzato di 14 anni, ma che oggi è pronta a ripartire – si spera – per non fermarsi mai più.
| a cura di Federico Sandoli
Finalmente, dopo una ridda d’annunci, ecco debuttare nella massima formula il circuito Dino Ferrari. Il circuito, intitolato al figlio scomparso del Drake, è da sempre corteggiato perché il suo serpeggiare tra le colline emiliane ricorda il Nurburgring.
La gara, non valida per il campionato, vede la partecipazione di 19 piloti con presenti i primattori della massima formula: i due piloti Ferrari, Scheckter e Villeneuve, poi Lauda e Reutemann. Ma vi era anche la graditissima presenza del campione di moto Giacomo Agostini, a bordo di una Williams privata.
La presenza delle stelle del circus ha attirato sugli spalti il pubblico delle grandi occasioni a sostenere i propri beniamini. Il canadese della Ferrari, fedele alla sua fama, esalta il pubblico con delle evoluzioni velocistiche che lo portano a superare il proprio compagno proprio sul finire delle qualifiche.
Due Ferrari in prima fila, per lo più campioni del mondo, non possono che far sperare in una passerella vincente. Infatti, allo scattare del verde, Villeneuve parte in testa seguito da uno spento Scheckter. In seno alla Ferrari si comincia a sussurrare che il sudafricano sia affetto dalla sindrome del campione.
Pochi giri e Lauda, partito terzo con la sua Brabham Alfa, passa il sudafricano e si mette in scia al canadese.
Il pubblico è confuso, in testa alla gara ci sono i due idoli che in epoche diverse hanno cavalcato e domato il cavallino, ed eccoli sfidarsi per qualcosa di più di una vittoria: il cuore dei fans.
L’agonismo del canadese lo porta a esagerare e Lauda, freddo e implacabile, lo passa per prendere la testa. Villeneuve pare una furia, doma il suo rosso cavallo d’acciaio e lo lancia alla carica. L’austriaco pressato dall’indomito canadese comincia a soffrirne la pressione, ma continua frenando alla corda della Tosa e allargandosi all’uscita per bloccare ogni impeto agonista di Villeneuve.
Il sorpasso ormai è nell’aria e Lauda, proprio alla staccata della Tosa, la curva principale del tifo ferrarista, con una frenata malandrina anticipa il canadese, che non può che impattare la sua ala anteriore contro la gomma posteriore dell’Alfa.
Il duello che vale la corsa, dura tre giri, ma sono un evento sopraffino per tutti i presenti. Il canadese col muso claudicante deve sostare ai box per poter ripartire indomito ma indubbiamente sconfitto.
Lauda non può fare altro che portare la propria Brabham al traguardo aggiudicandosi la gara proprio davanti a Reutemann e Scheckter. Un podio di ferraristi del presente e del passato. Quel giorno Lauda, provò a restare nel cuore dei suoi ex tifosi, ma si accorse anche che nulla poteva fare contro Villeneuve ormai il nuovo idolo della F1 e bandiera della Ferrari.