Alle conclamate doti di Lewis Hamilton, confermate da tutti i suoi record inarrestabili, bisogna riconoscergliene una in più: è diabolico!
Quando sul finale del Gran Premio di Portimao a Valtteri Bottas, che era secondo dietro al compagno di squadra Hamilton, è stato chiesto dal team di moderare l’utilizzo del motore per rientrare nei parametri di consumo richiesti dal regolamento FIA, lui ha domandato “Ma anche Lewis lo deve fare?”, la risposta lo ha raggelato: “Lui lo ha già fatto quando nelle prime fasi era dietro di te!”
Ecco perché dico che Hamilton è diabolico. In quella fase iniziale in cui aveva prudentemente dovuto lasciare il passo al collega, lui anziché forzare ha pensato bene di viaggiare per qualche giro di conserva riducendo i consumi, tranquillo e fiducioso nelle sue possibilità di riprendersi poi la leadership. Geniale e sicuro di se! In questo modo ha ulteriormente segato la psiche di Bottas.
Ed in questo Hamilton è veramente diabolico.
Come aveva demolito nel corso della stagione la psicologia di Sebastian Vettel, dichiarando perfino comprensione nei suoi confronti nelle dichiarazioni pubbliche affinché il pilota ferrarista si sentisse sempre più inferiore, vittima di una situazione che lo ha portato poi alle sconfortanti disfatte attuali.
Così a Portimao ha ulteriormente distrutto le ambizioni di Bottas.
Bastava osservare il pilota finlandese nell’immediato dopo gara: si aggirava, vagava, nella zona sotto il podio, era quasi stralunato, fiaccato da un macigno che gli era piombato addosso. Gli sembrava impossibile che il suo compagno di squadra avesse potuto e saputo gestire la gara in quel modo.
Risparmiando energia all’inizio, illudendolo, per poi scatenarsi sul finale, quando migliorava i record sul giro a ripetizione, rintuzzando ogni tentativo di Valtteri di poter dimostrare almeno la sua velocità sul giro.
E’ la tecnica di Hamilton: battere gli avversari con le prestazioni ed abbatterli psicologicamente con queste raffinate furbizie.
Ditemi voi se non è diabolico!