F1 | Lewis Hamilton, personaggio incompreso

L’anglocaraibico, forte di un background unico, ha manifestato le sue sfaccettature risultando spesso un pesce fuor d’acqua in un ambiente sordo e incapace di sfruttare le personalità che lo animano dal punto di vista umano. Se da un lato Hamilton è forse il personaggio preferito da Bernie Ecclestone, dall’altro lato il numero 44 è spesso oggetto di aspre critiche dei fans, che sovente non colgono i suoi riferimenti culturali, artistici e sportivi. O, più semplicemente, non sono interessati ai suddetti aspetti.

Di Alessandro Bucci

Dal momento in cui Lewis Hamilton ha messo piede nel Circus, nell’ormai lontano 2006 (considerando anche i test prima di divenire pilota ufficiale McLaren), è sempre stato sotto i riflettori, per un motivo o per un altro. Fosse una polemica legata ad un contatto di gara o ad una presunta scorrettezza, fosse per un incredibile sorpasso o un clamoroso errore, fosse per i suoi vistosi ospiti nei week-end di gara o per le particolari esternazioni al di fuori del paddock, sta di fatto che l’anglocaraibico non ha mai smesso di far parlare di sé. E allora perché, vi chiederete, si sta parlando qui di “personaggio incompreso”?

Il motivo è semplice, cioè molto complesso: Lewis Hamilton ha sempre sfruttato la sua piattaforma per lanciare messaggi che vanno anche al di là dello sport, ergendosi coscientemente ad “icona nera” in uno sport che non ha mai abbondato di personaggi di colore, per usare un eufemismo.

Se Bernie Ecclestone è arrivato a dichiarare di preferire un Hamilton Campione del Mondo a Nico Rosberg, un motivo ci sarà. (Anche se, le esternazioni di Mr E, per quanto possano suonare come una provocazione, sono totalmente irresponsabili ai fini della credibilità della serie). Non ce ne voglia il buon Nico, ragazzo in gambissima, persona molto seria e dalle tantissime qualità, ma il biondo tedesco non possiede l’estro creativo di “the black pearl”. Il numero 6 non ha sofferto in questi anni solamente dell’ingombrante talento tecnico di Lewis, ma anche una personalità decisamente complessa e catalizzatrice di attenzioni. (Questo la dice lunga sulla forza di Rosberg, alle prese con compagni devastanti dal 2010 in avanti).

Come spesso accade, da grandi poteri derivano grandi responsabilità, ed è proprio sotto questo aspetto che Hamilton ha talvolta zoppicato, dimostrando di non possedere sempre il controllo della situazione. Vuoi che fosse un incidente rimediato alla guida di una macchina costosa magari a Montecarlo, vuoi che fosse un’eccessiva ostentazione del suo status di superstar, cosa che invece fa impazzire Bernie Ecclestone perché con le “trovate stravaganti” e superficiali si incassano tanti bei soldoni.