F1 | Lewis Hamilton, personaggio incompreso


Hamilton-2016_aLa scintilla “divina” che anima Lewis Hamilton è insomma la sua croce e delizia
, non penso ci siano dubbi in merito. Tuttavia, trovo completamente fuori luogo i paragoni tra il numero 44 e Mario Balotelli, spesso proposti da una stampa italiana fortemente inadeguata a trattare temi che esulano aspetti sportivi. Non ho mai visto o sentito l’ex giocatore di Inter e Milan citare Muhammad Ali, parlare della sua fede in Dio o del suo amore per la musica. Evitiamo, per cortesia, di fare di tutta un’erba un fascio o di sputare sentenze per strappare l’applauso facile.

Non si può infatti approcciare profondamente la figura di Lewis Hamilton senza al contempo prendere in considerazione le figure a cui si è ispirato e del quale si è sempre fatto fiero portatore. Vi siete mai chiesti, ad esempio, da dove derivi la scritta “Still I Rise” che l’anglocaraibico ha sfoggiato e sfoggia dietro al suo casco? Ebbene, trattasi di una canzone del compianto rapper 2pac, realizzata con la sua crew Outlawz. Non dimentichiamo, inoltre, il grande amore dimostrato da Hamilton nei confronti di un personaggio monumentale come Nelson Mandela o di uno sportivo come Muhammad Ali, recentemente scomparso.

Hamilton_Mercedes_Ungheria_Budapest_2015Nei primi anni della carriera Hamilton era circondato perennemente dalla sua famiglia, con il padre Anthony (da non confondere con il musicista R&B) nei panni di manager ed il fratello Nicolas, affetto da disabilità. Nonostante l’approccio aggressivo alle gare, Lewis appariva fuori dalla pista come un ragazzo semplice: erano ancora lontani i tempi in cui Hamilton esibiva elaborati tatuaggi o vistosi orecchini. Poi il fidanzamento con la celebre cantante Pop Nicole Scherzinger, nel novembre 2007, e i tanti alti e bassi ne loro rapporto hanno, in qualche modo, coinciso con il cambiamento più marcato di Lewis che si è staccato dal padre Anthony come manager, passando sotto l’ala del celebre produttore discografico e televisivo Simon Fuller. Una mossa che fece storcere il naso a più di un fan dell’asso anglocaraibico, intravedendo in questa mossa sempre più distrazioni per Hamilton.

Ormai abbiamo perso il conto di quante volte la stampa abbia spifferato di un possibile disco di Lewis, potremmo dire che buona parte delle notizie fuffa acchiappa click, oltre ai vari Tizio ha detto Caio avrebbe detto (post che sarebbero da boicottare a parere di chi scrive, onde evitare il sempre più imminente funerale del giornalismo e degli sventurati giornalisti), siano incentrate sulle attività extra sporive dell’anglocaraibico. Tuttavia, sebbene l’Hamilton “superstar” sia sotto gli occhi di tutti e applaudito da Bernie Ecclestone, esiste anche un Lewis molto più profondo e ricco di riferimenti artistici e culturali, che in pochi hanno riconosciuto e realmente compreso (non necessariamente condiviso) in questi anni. Se Hamilton fosse stato un giocatore dell’NBA, probabilmente avrebbe trovato un ambiente molto più adatto per esprimersi appieno. Il mondo del motorsport, in particolare della F1, sembrano davvero non essere molto ricettivi in tal senso.

Eloquenti le parole di Pino Allievi su Lewis, rilasciate recentemente ai nostri microfoni:

E’ un ragazzo che si vuole proporre come personaggio, quindi c’è una parte artefatta in lui. Sotto però c’è una storia vera, di uno che è venuto dal nulla, figlio di emigranti provenienti dall’isola di Grenada, gente che ha fatto una fatica pazzesca. Pensate che il padre faceva tre lavori per mantenere Lewis. Adesso Hamilton è un po’ sopra le righe, ma è la dimostrazione che con la volontà e con il talento si riesce ad arrivare. Ed è una dimostrazione, senza gli eccessi, un po’ per tutti. Hamilton ad un certo punto si è innamorato del mondo di Hollywood dove tutto è celluloide e dove tutto è finzione. Gli piace fare il personaggio, ma il vero Hamilton è molto più personaggio del personaggio che vende.