F1 | Marchionne e le tensioni Ferrari

Sergio Marchionne ai box di Shanghai per la gara: una presenza istituzionale importante. C’è da chiedersi però se il Presidente porti una spinta in più o una tensione ulteriore ai ragazzi ai box ed ai piloti.

di Giulio Scaccia

I tifosi della Ferrari e l’ambiente erano abituati alla presenza istituzionale e molto nello stile classico della FIAT di Luca Cordero di Montezemolo. Una presidenza durata dal 1991 al 2014, un tempo lunghissimo fatto di rovesci e trionfi. Ma di un periodo che rimarrà nella storia perché legato ai trionfi di Michael Schumacher. Perché poi Montezemolo era stato già in Ferrari, voluto da Enzo, nel 1973, a rimettere a posto la squadra corse e ad accompagnare Lauda nei suoi trionfi.

Insomma una carriera a suo modo costruita dal basso. Poi è arrivata l’era Marchionne.

I tempi cambiano, è così che va la vita, così che va la storia. Così va anche il mercato. E lo stile di Luca Cordero è stato sostituito dall’approccio di Marchionne, manager rampante e orientato al business, capace di rinnovare, espandere ma davvero per nulla incline alla storia, alla tradizione e al cuore. Si perché la Ferrari non è soltanto una Spa quotata in borsa. La Ferrari è qualcosa che va oltre un marchio e una azienda. La Ferrari è cuore, passione, è qualcosa che riempie l’immaginario collettivo. E’ la macchina rossa che vorrebbe ogni bambino. La Ferrari deve vincere dice Marchionne. Ma la Ferrari ha continuato ad esistere anche non vincendo un mondiale piloti per venti anni. Ma forse i tempi sono cambiati.

L’approccio pragmatico di Marchionne non va giù a molti tifosi, come non è andato giù il modo di liquidare l’esperienza di Montezemolo, il Presidente dei trionfi Ferrari.

Quest’anno Sergio Marchionne è partito subito con una pressione elevata e con degli annunci forse più legati al mercato e alla finanza che alla pista. Una Ferrari vincente a Melbourne era una possibilità, non poteva essere una certezza. La Rossa ha iniziato così una stagione con tante aspettative, troppe. Una macchina rivoluzionata, due ottimi piloti, ma un avversario tosto e forte: la Mercedes. C’è una spiegazione legata fortemente al mercato. La Ferrari ha raccolto con la quotazione denaro in borsa e da questo denaro messo a disposizione della Ges Ferrari ci deve essere un ritorno. Perché poi non è detto che il prossimo anno il budget messo a disposizione potrà essere lo stesso.

Il week end in Cina ha mostrato forse tutta questa pressione. Il sabato Vettel e Raikkonen hanno fatto una serie di piccoli errori che sono costati non tanto la pole quanto la prima fila. La domenica i due ferraristi sono partiti male e se parti male, Vettel in particolare tra i due, poi rischi che da dietro arrivi la muta delle altre vetture. Poi la rimonta e a fine gara le parole di Sergio Marchionne: “È la prima volta che i nostri piloti si scontrano, l’ho trovato veramente non da Ferrari”. Già su questo potremmo fare delle riflessioni ma lasciamo scorrere. Continua Marchionne su Vettel e Raikkonen: “Avrei chiesto anche io scusa al suo posto (di Vettel nda), ha commesso un errore innocente, si è fatto beccare da un pilota molto meno esperto. Lui e Kimi erano più imbarazzati di me, hanno capito e sanno benissimo come correggersi. È stata una svista che ci è costata un bel po’ in gara. Detto questo, ciò che ha fatto Vettel, e anche Raikkonen contro Hamilton alla fine, è stato un capolavoro”.