Bastone e carota. Nulla da aggiungere se non che un incidente in partenza può accadere anche tra compagni di squadra. E’ successo, succederà. Anche nella storia della Ferrari e non è necessario rimarcare l’errore. Vettel lo sa che ha sbagliato. Lo dimostra anche la reazione nei confronti di Kvyat.
Marchionne prosegue: “Ho visto una Ferrari che sta crescendo, che mi piace, che in alcuni sensi è quasi immatura, ma sta venendo benissimo. È come guardare i bambini, sta uscendo veramente bene. Un po’ ribelle…”.
Lascia perplessi una dichiarazione ulteriore riguardo la Red Bull: “Comunque non dovrebbero essere davanti a noi, e questo conferma gli errori commessi anche sabato”. Possono stare davanti alla Ferrari quelli della Red Bull, perché hanno un’ottima monoposto e sicuramente un manico che è Daniel Ricciardo, perché poi il Motorsport ha un fattore di imprevedibilità che lo rende affascinante.
Se non ci fosse l’imprevedibilità magari nemmeno i tifosi Ferrari ancora spererebbero nel miracolo di stare davanti alla Mercedes. In azienda e nel business l’obiettivo è anche ridurre i margini di imprevedibilità. La Formula 1 è ben diversa. E se non ci fosse l’imprevedibilità forse Sebastian Vettel non avrebbe vinto tre gare lo scorso anno.
Ai tifosi Ferrari piace questo approccio? Quello che lascia dubbi è non accettare l’imponderabilità dello sport e il voler fissare obiettivi ambiziosi, forse troppo, che creano illusioni e grande pressione al team nel suo complesso. Maurizio Arrivabene in questo sta dimostrando la forza delle sue spalle. Già prima dell’inzio del campionato si è vociferato di qualche tensione tra il Presidente e il Team Principal. Vedremo cosa succederà se i risultati non arriveranno.
La Ferrari ha una sfida difficile da affrontare e provare a vincere. Coniugare mercato e finanza con i risultati sportivi. Sfida improba, perché nello sport è normale l’alternanza tra sconfitta e vittoria e spesso il margine è molto labile. Sopratuttto quando la competizione è elevata ed i concorrenti sono agguerriti e di livello.