A “casa” di Giancarlo Minardi

Minardi con un modellino di materiale plastico di una scocca

Giancarlo Minardi ci ha ospitati nei suoi uffici di Faenza. Lo abbiamo incontrato e con lui abbiamo conversato a cuore aperto, spaziando tra i più disparati argomenti della sua storia e dell’attualità, arricchendo la conversazione con aneddoti sconosciuti ai più. Mentre ci accoglie nei suoi uffici e scambiamo qualche parola, suona il suo cellulare. E’ l’ingegner Tredozi, con il quale dialoga cordialmente. A fine telefonata…

di Francesco Svelto


Giancarlo, la telefonata di Tredozi mi da l’occasione per “intrufolarmi” un attimino nel rapporto che lei ha con i suoi ingeneri…

Gabriele è il “babbo” di Costa, Resta e tanti altri. A lui ha penalizzato un innamoramento eccessivo nei miei confronti: nel momento in cui poteva fare cose davvero importanti in F1, è rimasto qui con noi. Il treno quando passa, è difficile riprenderlo. Questo da l’idea del rapporto che abbiamo.

Per quanto riguarda gli altri, ho un rapporto bellissimo con tutti. Resta, ad esempio, lo vedo ancora, è di casa qui vicino, è stato con me 3 anni poi è passato in Ferrari, cosi come tanti altri. Aldo (Costa, n.d.r.) presto riceverà un premio importante e mi ha chiamato non molto tempo fa perché voleva che ci fossi all’evento. In generale il mio rapporto è buono con tutti quelli che son passati, sia che fossero tecnici o ingegneri o piloti. A parte Pierluigi Martini, che è veramente cresciuto nel mio team, con tutti c’è stato un rapporto positivo anche se ovviamente, talvolta, c’erano divergenze di vedute. Ognuno però ha apprezzato il rapporto che si stabiliva con loro, perfino Adrian Campos, che fu mandato a casa dalla sera alla mattina, e con sponsor in gioco.

Parlando di piloti, secondo me Tuero è stato uno dei più talentuosi che lei abbia avuto tra le sue fila fino all’incidente di Suzuka del 1998. Cosa gli successe dopo?

Una teca con alcuni dei caschi dei piloti Minardi
Una teca con alcuni dei caschi dei piloti Minardi

Tuero fece un’ottima impressione in F3 e devo dire che una volta in F1, con i pregi e i difetti della nostra macchina, fece tutto sommato bene. Dopo l’incidente di Suzuka (con Takagi della Tyrrel, n.d.r.), nei primi giorni di gennaio 1999 mi chiese un appuntamento e ci trovammo tutti davanti ad un tavolo: io, Fiorio, Rumi e il suo manager. Di li a pochi giorni dovevamo partire per i test pre-stagionali ma venne semplicemente a darmi l’addio con queste parole: “Solo Esteban può dire a Tuero perché non correrà più in F1!”. Avvenne tutto in maniera veloce, neanche il suo manager sapeva il perché di quell’abbandono avvenuto in modo così drastico. Credo che un giorno me lo dirà

E Pedro Lamy?

L'autore (F. Svelto) e G. Minardi
L’autore (F. Svelto) e G. Minardi

Pedro è un ragazzo che ha avuto la sfortuna di arrivare in F1 e trovarsi al fianco un certo Giancarlo Fisichella. E stesso discorso vale per Tarso Marques che per me è stato un ottimo pilota ma che si è trovato in squadra un certo Fernando Alonso. Hanno entrambi avuto una percorrenza difficile in F1 siccome son stati surclassati da piloti così veloci ma erano entrambi validi corridori e lo hanno dimostrato in altre categorie.

 

Ha citato Fernando Alonso, il merito per averlo portato nel grande circo è suo…

Io l’ho conosciuto perché collaboravo in quel periodo con Adrian Campos. Era diventato manager, gestiva un team suo; mi disse che c’era un pilota che correva in Formula Nissan e che era una spanna sopra gli altri. All’epoca era nostra consuetudine fare un test con i 4-5 migliori piloti dei vari campionati a livello europeo; andammo a Jerez e durante una giornata di diluvio universale lui diede la paga a tutti, lui partì e in 3 giri aveva già battuto il tempo di tutti gli altri di 4/5 secondi. Decidemmo quindi di firmare un contratto che scadeva nel 2006 ma a fine 2000 Rumi, il mio consocio, si ammalò e per non andare in eccessive difficoltà economiche accettammo prima l’arrivo di Paul Stoddart poi la cessione del cartellino dello stesso Alonso a Briatore, con la condizione che se non avesse corso in Renault, sarebbe stato con noi. Il 2001 infatti fu cosi, poi Briatore lo volle nel suo team (la Renault, n.d.r.) e tutti sappiamo com’è andata. Si vedeva subito che aveva una marcia in più, cosi come i vari Webber, Trulli, Fisichella, Wilson, Martini… persone che si distinguevano!