A “casa” di Giancarlo Minardi

Invece suo figlio si occupò del primo test di Maldonado in F1

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Alcuni dei volanti delle monoposto Minardi degli anni 80/90

Lo facemmo provare a fine 2004 a Misano, il test fu tutta opera di Giovanni (il figlio di Giancarlo, oggi responsabile della Minardi Management, n.d.r.) che ha doti valutative sui piloti anche migliori delle mie ai tempi d’oro. Ci aveva promesso che sarebbe rimasto con noi come management poi andò con Briatore prima e Todt poi. Siamo rimasti in buoni rapporti ma non mantenne le sue promesse verbali. Però lo considero un buon pilota, ha vinto campionati e anche quella gara di Barcellona nel 2012.

 

Oggi è totalmente differente rispetto a prima, metà dei piloti sono appoggiati da sponsor, amicizie, ecc.

E’ sempre stato cosi ma per me i piloti son tutti uguali. Pensiamo alla mia esperienza in F1, da Martini nell’85 a Nannini nell’86 fino ad arrivare ad Alboreto nel 94, tutti questi piloti hanno corso perché ci sono stati operazioni commerciali alle loro spalle. E’ la normalità delle cose, i piloti muovono soldi. Anche il rapporto commerciale di Alonso con Santander ha portato quella banca ad approdare in F1 alla McLaren per poi passare alla Ferrari, no? Alonso è certamente il pilota più pagato ma oltre alle sue capacità è per il movimento di denaro che provoca. La F1 è cosi! Secondo me i piloti di oggi sono tutti in grado di partecipare alla competizione, poi è chiaro che ci son quelli che hanno una marcia in più. Se succede che arrivi in F1 soltanto a causa dei tuoi sponsor, ci rimani poco!

Giancarlo, ci descrive il rapporto Minardi-Ferrari?

Un motore Cosworth nell'ufficio di Giancarlo Minardi
Un motore Cosworth nell’ufficio di Giancarlo Minardi

Dobbiamo scindere le cose. Il rapporto tra Giancarlo e l’ingegner Ferrari ha semplicemente segnato tutta la mia vita. Lo conobbi nel 1974, facevo sia la Formula Italia che la F3. Ferrari ha condizionato tutte le mie scelte e da lui ho avuto anche degli aiuti in diverse fasi della mia carriera. Avevamo un rapporto cosi stretto, anche a livello contrattuale, che ero “costretto” ad avvisare Maranello per ogni trattativa che portavo avanti. Pensate un po’ che tipo di rapporto era… 

Il rapporto tra il team Minardi e la Scuderia Ferrari, invece, fu per la motorizzazione ed è durato soltanto un anno mentre il contratto ne prevedeva tre. Questo perchè quando a inizio 1991 scoppiò la guerra del golfo ci fu l’interruzione di una trattativa che stavamo portando avanti addirittura con Pioneer. Questa ci avrebbe permesso di portare avanti la partnership tecnica con loro ma, chissà perchè, la cosa si interruppe e Pioneer andò proprio alla Ferrari. Io rimasi col cerino in mano per cui dovetti riguardare il contratto già sottoscritto con Ferrari per la motorizzazione che prevedeva il pagamento, da parte nostra, di 11 miliardi di lire annui. Minardi è stato il primo cliente Ferrari, facemmo sette punti quell’anno nonostante le grandi difficoltà di adattamento del motore al nostro cambio che era ancora manuale (in Ferrari avevano il semiautomatico dal 1989, n.d.r.). Altri team clienti per raggiungere quei risultati c’hanno messo anni e anni…