F1 | Messico: Max come Prost, Mercedes-Ferrari prime delle seconde

Serata messicana tra contatti senza troppo senso, bandiera rossa e strategie dalle mille opinioni, chiusa dalla “numero cinquantuno” di Max. Le pagelle del weekend, meno tre alla fine.

MAX VERSTAPPEN – VOTO 51
Cinquantuno signori, cinquantuno come Prost. È un dato che ovviamente sapevamo sarebbe arrivato da qui a poco ma sentirlo dire in modo ufficiale, beh si, fa un certo effetto. Soprattutto perché visto l’andazzo durerà sette giorni probabilmente per poi arrivare a 52 e magari anche a 54 battendo Vettel e arrivando al terzo posto di sempre. È totalmente inutile fare i paragoni più improbabili perché quella scolpita nei numeri e sì F1 ma diversa nel tempo. Contano ovviamente ma fino ad un certo punto, anche perché con l’età e tutto il tempo dalla sua parte, Verstappen potrebbe arrivare a battere anche le 100 e più già spaziali di Hamilton. Ad ogni modo il fenomeno di casa RB non sembra pensarci troppo (giustamente) e continua a far finta di divertirsi sul podio, posto che ormai chiama direttamente “Ufficio”. MAX CHE DOBBIAMO DIRTI ANCORA?

LEWIS HAMILTON – VOTO 9
Dategli una mezza possibilità di essere competitivo e il resto sarà magia. C’è questa frase scritta nel Vangelo secondo Lewis Hamilton, tutto confermato anche domenica con una gara da fenomeno. Mercedes altalenante sì ma performante al massimo possibile con Lewis e con quello stint sulle gomme medie da assoluto protagonista. Il sorpasso su Leclerc è poi la ciliegina che chiude un fine settimana quasi chiaro scuro diventato poi splendete con l’appuntamento rinviato con Max, magari in Brasile semmai ci fossero le possibilità. LION KING

CHARLES LECLERC – VOTO 7.5
La pole position di sabato vale undici come voto, la partenza probabilmente meno ma anche lo stesso Charles era consapevole dei rischi di partire davanti con letteralmente la Torino-Milano prima di arrivare in curva 1. Di certo una partenza più aggressiva su Verstappen avrebbe forse allungato un po’ di più l’attesa prima di vedere una Red Bull davanti e da lì magari, solo magari, sarebbe stata un’atra gara. Ad ogni modo nonostante l’ala danneggiata la prima parte di gara è stata di primissimo livello, la ripartenza con le hard è figlia della cautela ma un podio fa sempre bene. Totalmente non colpevole sul contatto col padrone di casa. “MESSICANO QUASI ACQUISITO“

CARLOS SAINZ – VOTO 6.5
Vale lo stesso discorso per Leclerc, dalle qualifica ad una partenza troppo permissiva, specialmente nei confronti di Perez alle sue spalle. Il resto parla di una gara costante sì ma mai per il podio. La macchina da punti ha funzionato in tutti i casi in maniera perfetta. SICUREZZA DI PUNTEGGIO

LANDO NORRIS – VOTO 10
L’impressione è che con una qualifica normale, Lando avrebbe battagliato con Hamilton per il secondo posto almeno. Sorpassi su sorpassi, specialmente dopo la bandiera rossa come quando metti “modalità facile” sui videogame. Una McLaren così anche nel 2024 potrebbe sognare tanto, ma tanto in grande. PERFTLANDO

GEORGE RUSSELL – VOTO 5
Anonimo il pilota inglese, specie nei confronti della super star dall’altra parte del box. Quando Hamilton tira fuori il blasone, George non può che accontentarsi, due Ferrari davanti, occasione persa nel costruttori, specie con le stesse gomme del compagno nello stint conclusivo. RIDIMENSIONATO

OSCAR PIASTRI – VOTO 5
Oscar si è visto sfilare anche dal compagno che a parità di condizioni ha fatto quasi “da ultimo a primo” per sintetizzare. Gare così abbassano un po’ le consapevolezze ma la stoffa c’è eccome, la macchina anche e poi è il primo anno. TEMPO AL TEMPO MA NON TROPPO

ASTON MARTIN – VOTO 4
Salvate il soldato Fernando. Percorso inverso della McLaren per una Aston Martin totalmente irriconoscibile rispetto a qualche gara fa e ancora meno rispetto all’inizio dell’anno. Così rischia di cancellare quanto di buono fatto per i primi mesi della stagione quando vedere Alonso davanti era tanto sogno quanto realtà. Tre gare per tornare a sorridere almeno un po’. PARLIAMONE

SERGIO PEREZ – NC
I contatti di gara esistono, gli errori si fanno, il motorsport è anche questo e tutto quello che volete, però: ci sono settantuno giri di una gara fin troppo lunga, ha davvero senso quella partenza lì? Classico esempio di quando la gara di casa fa più male che bene perché probabilmente una doppietta poteva essere possibile come un podio che i messicani sugli spalti (non quelli che si sono menati eh, quelli non sono definibili) avrebbe accolto in stile vittoria del mondiale. Invece no, staccata profonda, anche ben costruita e poi sterzata senza nessun senso contro Leclerc. Risultato pari a un decollo e successive lacrime di coccodrillo. SERGIO GIÀ COSÌ  È DIFFICILE, ANCHE TU POI…