F1 | Ferrari, le prime correzioni, guardando al 2020

Gli aerodinamici della Ferrari hanno modificato l’ala anteriore, rivedendo, senza stravolgimenti, il concetto scelto da inizio stagione e che forse non aveva fino in fondo convinto.

di ANTONIO GRANATO

Era attesa da tempo una nuova ala anteriore sulla Ferrari SF90 e a Le Castellet finalmente ha debuttato la modifica da tempo allo studio. Rimane fedele alla filosofia outwash ma ne riduce l’estremizzazione iniziale. Nei primi di maggio, avevamo anticipato https://www.f1sport.it/2019/05/f1-lipotesi-ala-up-wash-sulla-ferrari-sf90/ il lavoro che gli aerodinamici stavano portando avanti in galleria del vento ed avevamo ipotizzato un’ala con l’ultimo upper flap in alto, dotato di un angolo d’incidenza maggiorato e gli elementi sottostanti (main plane compreso) spostati più in basso.

In effetti la soluzione alla fine presentata in Francia sulla SF90 non è andata troppo lontano da quanto avevamo anticipato attraverso alcune indiscrezioni raccolte.

 

Come mostriamo nel disegno sopra, si è rivisto ampiamente l’inclinazione del profilo aerodinamici superiore e la curvatura, spostata ora verso il basso, di tutti gli altri elementi sottostanti. Una scelta che va verso la direzione della ricerca di un maggior carico e di una minore efficienza aerodinamica. Si cerca infatti, di spostare ugualmente all’esterno una buona parte del flusso che l’ala incontra, ma viene modificata l’inclinazione degli elementi che compongono l’insieme dell’ala in modo da generare una superficie frontale maggiore e di generare più carico. I passaggi verso l’esterno, nelle zone esterne del profilo – sia sopra l’upperflap che sotto il main plane – sono ridotte, ma sempre presenti e con la stessa funzione quindi di spostare i flussi verso l’esterno delle gomme anteriori.

La SF90 d’altronde necessita di più carico all’anteriore, come da più parti era stato rivelato e confermato. Con una spinta verticale maggiore sull’asse anteriore ora la monoposto potrà anche caricare maggiormente il posteriore senza più rischiare, o comunque limitare, di subire del sottosterzo. Certamente una soluzione che cerca di correggere in parte, non tutti, i problemi della Ferrari di quest’anno. C’è ancora tanto lavoro da svolgere e questo è solo l’inizio di un lavoro che forse troverà applicazione nella macchina del 2020 a cui già qualcuno sta guardando con più concentrazione.