F1 | Bobbiese: “Vettel, gesto che denota debolezza!”

Le polimiche in seguito ai fatti di Montreal faticano a placarsi. Le opinioni di tifosi e addetti ai lavori si schierano a favore o contro della decisione operata dai giudici. Ma al di la di questo, sono i comportamenti di Sebastian Vettel che danno da pensare. Franco Bobbiese, conduttore di Paddock su La6, è intervenuto alla nostra tramissione, Pit Talk, individuando in Vettel alcuni segnali di debolezza.

di Francesco Svelto |

Se hanno fatto bene o no i giudici a commissionare quella sanzione a Sebastian Vettel, autore al giro 49 di quel fuoripista e del susseguente rientro azzardato in pista, Bobbiese si esprime cosi:

Non te lo so dire. Quando ho visto l’accaduto era tutto talmente palese… Lui ha fatto un errore e il rientro in pista doveva farlo dove non il cordolo finiva (ovvero qualche metro più avanti di dove Vettel è effettivamente tornato in pista, n.d.r.). Sono ancora convinto che lui volesse tornare in pista quanto più in fretta possibile per tenere dietro Hamilton. Era preso dal panico, lo patisce come noi con i nostri nemici. Per l’ennesima volta ha fatto un errore!

Ho sentito dei commenti da personaggi di Sky che mi hanno sbalordito. Jacques Villeneuve, ad esempio, che diceva che lo spazio per rientrare in pista c’era. Per me no, Vettel, lo spazio ad Hamilton, non gliel’ha lasciato! Secondo me c’è stata una infrazione ed è stata punita. Meriterebbe una bella tirata di orecchie chi ha detto che potevano chiudere un occhio sulla decisione (i telecronisti, ndr). È una cosa che non esiste, la vergogna non ha limiti!

Inoltre, ad andare sul banco degli imputati è stato l’operato dei giudici. Quello di Emanuele Pirro in particolare. Ma per il mondo della rete, purtroppo protagonista di episodi non molto gradevoli in situazioni come queste, era come se la giuria fosse stata composta soltanto dall’ex-pilota romano, senza contare il fatto che i giudici sono ben tre ad ogni GP – due steward con l’ausilio di un ex pilota, nella fattispecie proprio Pirro domenica scorsa – e che le decisioni finali vengono prese da e con Michael Masi, direttore di gara:

Credo che una giuria al cui interno vi è un grandissimo professionista e vero appassionato di corse come Emanuele Pirro, non meriti tutti gli insulti che sono arrivati. Sono una cosa vergognosa che denota un degrado sociale al quale siamo sottoposti quotidianamente. Quando si ricordano e si mettono a confronto gli episodi del passato, il problema è che si deve ricordare che non c’è mai una giuria fissa che tiene il metro di giudizio coerente. Se non c’è lo stesso giudice non ci sarà mai uniformità di giudizio!

Poi, sulle sulla tenuta mentale e sui gesti del tedesco a fine gara, Franco Bobbiese è molto critico:

Non credo ad un Vettel ritrovato. Anche il gesto che ha fatto a fine gara, è un gesto che denota debolezza. Uno in grandissima forma mentale quella cosa non la faceva. A molti quel gesto può aver divertito, io l’ho trovato pessimo. C’è un giudice e va rispettato! Comunque lui ieri ha fatto un errore gravissimo mentre quell’altro (Hamilton, ndr) semplicemente di errori non ne ha fatti!

Infine un passaggio su Charles Leclerc. Forse non in tanti avranno notato le parole – spiazzanti – di Mattia Binotto quando ha ammesso, a fine gara, di non aver avvisato il monegasco in merito alla penalità di Vettel. Da notare che Leclerc, con una gestione diversa delle fasi finali di gara, poteva anche arrivare a giocarsi il gradino d’onore a discapito dello stesso Vettel, cosa che non è avvenuta proprio per il mancato team-radio sull’argomento (e per la strategia ancora una volta discutibile, ma questa è un’altra storia). Un fatto molto strano che Bobbiese ha commentato cosi:

Rimango allibito su come sia possibile che Binotto possa aver dimenticato di dire via radio a Leclerc della penalità inflitta a Vettel. È qualcosa un grado di rovinare anche un pilota. C’è il rischio che Charles possa accusare il colpo. Non ci sarà da meravigliarsi qualora dovesse commettere qualche altro errore.

Francesco Svelto