Il direttore relazioni esterne di Quattroruote si è espresso sull’avvicendamento al vertice della F1, elogiando Ecclestone e riconoscendo qualche attenuante a Liberty Media. Inoltre sul 2018 ha detto: “Sarà lotta a due Ferrari-Mercedes”
E’ stato un inverno particolarmente chiacchierato, nel classico periodo di “silenzio” della F1 tra la fine di un campionato e l’inizio del successivo. Infatti, per quanto bisognerà aspettare il week-end del 25-26 marzo per la prima gara stagionale, questa è la settimana in cui la Williams inaugurerà il festival delle presentazioni al pubblico delle vetture del 2018. Dunque, cominceranno i primi commenti, dubbi, aspettative, sul mondiale che verrà. Ma tra novembre e febbraio, è stato un continuo discutere delle novità dette, rimangiate, poi confermate da parte di Liberty Media, sia in termini politici e non solo, le polemiche con l’ex Patron Ecclestone e via discorrendo.
Nella puntata 130 di Pit Talk, è intervenuto su questi argomenti Carlo Cavicchi, il quale è andato un po’ controcorrente rispetto al sentire popolare, osannando la vecchia proprietà e dando diverse deroghe alla nuova, sgonfiando polemiche che, oggettivamente, sono state alquanto eccessive:
“Sulle ombrelline mi sembra che sia stato montato un caso per riempire l’inverno“.
Nulla di più vero. Per quanto le grid girls abbiano fatto parte sempre del motorsport, possiamo dire senza dubbio che nulla aggiungono o nulla tolgono al voler accendere la televisione per vedere i protagonisti scannarsi in pista. E non pensiamo si debba aggiungere altro.
Un’altra delle questioni commentate dal Direttore relazioni esterne di Quattroruote, riguarda la possibilità paventata da Chase Carey di aumentare il numero di Gran Premi in calendario a fronte di un week-end più intenso e meno “dilazionato” come avviene adesso. Queste le sue parole:
“I Gran Premi sono già tanti. Umanamente i piloti non possono fare altro, neanche competere in altre categorie. 20 o 21 gare sono già tante. Ma Il fatto di rendere più intensi i GP penso sia una cosa giusta. Ad esempio il sabato, perdere una giornata per arrivare in circuito e poi tornare per vedersi un’oretta di qualifica può non essere il massimo per lo spettatore”.
Da queste dichiarazioni possiamo estrapolare due riflessioni abbastanza interessanti. La prima riguarda il numero di appuntamenti in calendario, che oggettivamente non possono diventare infiniti. Gli americani sono abituati a campionati anche con 30 appuntamenti l’anno, che però rimangono circoscritti negli Stati Uniti. La F1, giustamente, è itinerante in tutto il mondo, con impegni psico-fisici per piloti e tecnici considerevoli, logistiche impegnative e quant’altro. Sull’aspetto della semplificazione dei week-end di gara, potrebbe anche essere un’ipotesi da mettere in campo. Ma ovviamente, di questo taglio faranno parte le prove libere. E già ci si lamenta, giustamente, della mancanza di test in pista, e se togliamo l’unica possibilità di “allenamento” continuo che viene eseguito proprio nelle prove non ufficiali di ogni singolo Gran Premio come facciamo? A modo di vedere dell’autore, si potrebbe prendere in considerazione questa idea solo con un adeguato aumento, se non addirittura l’intera liberalizzazione, dei test anche privati.
Cavicchi, si è poi cimentato sulla gestione della F1 stessa:
“Per me Ecclestone è stato un genio inarrivabile, se la F1 è dov’è adesso è merito suo, per le sue intuizioni sulla televisione, sulla valorizzazione delle squadre, sugli gli aiuti dati è stato bravissimo. Su Liberty Media ero molto scettico all’inizio, ma mi aspettavo di peggio sinceramente. Liberty Media ha fatto solo un anno e su alcune decisioni sono abbastanza d’accordo. Sembra che l’idea dello spettacolo ce l’abbiano abbastanza chiara. Serve tempo anche a loro per capire come gira il fumo”.
Difficile commentare in poche righe la F1 a gestione Ecclestone, ma possiamo molto brevemente dire che non è stato certo l’autore di tutti i mali della categoria.
L’ex direttore di Autosprint si è poi espresso su quello che ci attenderà dal prossimo campionato. In particolare ha ristretto la lotta ai due team di riferimento dello scorso anno. In particolare, non si aspetta una Mercedes ancora ultra-dominante come il primo triennio dell’era turbo-ibrida:
“Stravincente è una parola che l’anno scorso ce la siamo dimenticata un po’. Fino a Singapore pensavamo che il campionato si potesse decidere fino all’ultima gara”
Parole anche su quanto atteso da Maranello, che per vincere il titolo deve necessariamente tirare fuori qualcosa in più e di diverso rispetto comunque all’enorme upgrade avuto durante lo scorso inverno:
“La Ferrari umiliatissima non l’abbiamo vista mai nel 2017. Il passo avanti c’è stato, speriamo ce ne sia un altro. Il vantaggio dovuto all’olio che Mercedes si è tenuta fino alla fine nel 2017, dovrebbe essere colmato per via delle nuove regole. Di questi tempi lo scorso anno nessuno avrebbe scommesso nulla sulla Ferrari e invece. Speriamo entri nella lotta anche la Red Bull e la McLaren, ma penso più che faranno degli exploit in alcune gare piuttosto che nel lungo periodo. Quindi potrebbe essere un campionato a due ma se si è secondi si è morti“