Brasile: a Interlagos, Ecclestone ospite (non) gradito

Bernie Ecclestone, ormai ex proprietario dei diritti commerciali della F1, torna in un paddock dopo molto tempo e qualcuno – leggasi Carey e Liberty Media – non è proprio contentissimo. Sul banco potrebbe esserci il tema del Patto della Concordia su cui si sta iniziando a discutere in vista del 2020. 

di Oreste Sicilia

E ci risiamo, quando Bernie Ecclestone parla non è mai banale. Anzi, il più delle volte è particolarmente tagliente, quando gli gira bene, mentre più di qualche volta diventa polemico, a dir poco sferzante. Se in settimana hanno tuonato le sue parole circa una sorta di privilegio da un punto di vista politico e commerciale concesso alla Ferrari, con i nuovi proprietari di Liberty Media non è da meno.

A destare scalpore infatti è la sua annunciata presenza al prossimo Gran Premio del Brasile e, secondo i ben informati, contro le volontà di Chase Carey e compagnia. Pare infatti che nell’ultimo periodo, sia giunta negli uffici di Mister E una missiva in cui si chiedeva all’ex patron della Formula 1 di non presenziare agli eventi del campionato, con una scusa quanto mai banale.

Secondo il manager inglese, l’intenzione di Liberty Media è quella di non creare intralcio in un periodo fortemente critico da un punto di vista politico e di trattative, tra i team e chi gestisce i diritti e di conseguenza di chi ripartisce i soldi, che sono tanti seppur non abbastanza.

Probabilmente, ad Ecclestone non va giù la dichiarata intenzione di Liberty Media di rompere con la gestione precedente, contrapponendo alla Formula 1 come un ristorante stellato prima, un fast food, andando verso una maggiore interazione con il pubblico, colmando per quanto possibile un certo gap comunicativo.

Ma la questione principale, con la quale la proprietà della massima competizione automobilistica deve affrontare, è la solita litania tra le differenze in termini pecuniari tra i top team e quelli “piccoli” e, almeno stando alle ultime dichiarazioni a mezzo stampa, pare che il nuovo board sia intenzionato ad introdurre il redivivo budget cup, così da evitare che vincano sempre gli stessi e che vi sia un maggior livellamento delle prestazioni (che poi vai a spiegare che a parità di soldi non è detto che vi sia questa sorta di pareggio prestazionale, ma questa è altra materia).

Una delle critiche che Carey ha rivolto indirettamente a Ecclestone, riguarda proprio la mancata ricerca di una Formula 1 “più sostenibile” e, dal canto suo, zio Bernie ha tenuto a rincarare la dose circa il fatto che Liberty Media ancora non è riuscita a risolvere l’inghippo.

Ora, a parere di chi vi scrive, la questione che ciclicamente torna sotto firma del Patto della Concordia merita altre analisi, dunque spazi diversi rispetto a questo, ed in tal senso ognuno avrà le proprie opinioni, anche se alcune sono meno opinabili di quanto si possa credere, ma non vuole essere questo l’articolo che sviluppi questo ragionamento.

Quello che, molto più banalmente, fa riflettere è quella presenza senza dubbio ancora ingombrante che riveste Mister E, almeno a livello mediatico. Certo che, in un ragionamento poco ortodosso, pensando alla modica cifra di 7 miliardi di dollari intascati dall’ex Patron in fase di cessione del suo gioiellino, verrebbe da dire un “ma alla pensione non ci pensi mai?“. Invece no, come un anziano davanti ad un cantiere, Ecclestone ci tiene a dimostrare che ne sa una in più di tutti, a tratti stucchevole, ma contento lui…

Oreste Sicilia