Durante l’evento Ferrari, 70 settanta anni di leggenda, abbiamo incontrato Pino Allievi con cui abbiamo fatto il punto sul mondiale della Rossa e sulle prospettive per il 2018
di Giulio Scaccia Follow @GiulioScaccia
L’occasione è ghiotta. Presso l’Archivio di Stato di Milano, la Giorgio Nada Editore ha organizzato l’evento per la presentazione di uno splendido volume celebrativo dei settanta anni della Rossa. Il titolo: “Ferrari 70, settanta vetture che hanno fatto la storia”. Tra gli ospiti di un interessante dibattito, Pino Allievi.
Abbiamo approfittato per scambiare con una delle firme storiche del giornalismo italiano alcune battute sul mondiale della Ferrari e sulle prospettive per il prossimo anno.
Allievi che hanno è stato per la Ferrari? Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
E’ stato un anno molto buono per la Ferrari, dopo un 2016 così avaro di vittorie, vincere cinque gare e lottare per il mondiale, è stato un grosso successo. Poi è mancato il titolo, speriamo che arrivi l’anno prossimo. Ci sono le basi, c’è la squadra, ci sono tante cose per fare buone cose per operare una inversione di tendenza che già si è vista.
Vettel e Raikkonen, alcuni dicono che è anche colpa dei piloti che non si è arrivati al titolo.
Vettel ha commesso tre errori importanti, che lo hanno allontanato, dal titolo. Tre sono troppi, però nell’arco di venti gare due errori ci stanno. Gli errori li ha fatti anche Hamilton, come ad esempio nell’ultimo Gran Premio. Certo Vettel poteva essere più misurato, poteva pensare più agli interessi del campionato che a quelli della singola gara. Però anche i campioni hanno le loro debolezze.
Vettel ed Hamilton: Hamilton è superiore o sono vicini?
Ma no sono molto vicini, dipende poi dalla macchina, dalla pressione. Hanno vinto entrambi quattro titoli e non si vincono per caso. Devi essere un super campione.
Un tifoso Ferrari per il prossimo hanno deve essere ottimista?
Sì decisamente.