F1 | Le speranze Ferrari non vengono dalla doppietta di Monaco

Non è stata la bellissima doppietta di Monte Carlo a ribadire come la Ferrari sia super-competitiva per il mondiale bensì gli ottimi spunti visti in Spagna.

 

di Francesco Svelto |

 

Nell’immediato post Monaco ci siamo imbattuti in tantissime reazioni entusiaste di ferraristi e semplici appassionati del motorsport in giro per la rete. Come in un coro quasi unanime, la moltitudine si dice convinta che la Ferrari può vincere il mondiale o, almeno, battagliare per conquistarlo. Inoltre, al di la dei post dei fan sui social o degli articoli di blog e testate varie, anche tanti giornalisti del mondo del cartaceo si son detti più che ottimisti.

Inutile ribadire come la Ferrari sia altamente competitiva. Una macchina nata bene e guidata con maestria da entrambi i suoi alfieri, equilibrata, che risponde bene ai cambi di assetto e che, soprattutto, sa sfruttare le Pirelli in maniera eccellente, molto meglio di qualsiasi altro suo competitor.

A Monte Carlo, qualche giorno fa, abbiamo assistito ad una gara eccezionale per i colori rossi, un weekend dominato sin dal giovedì ed a valle del quale il risultato finale non poteva essere diverso da quello che è realmente stato: un 1-2 roboante, con Mercedes e i suoi piloti che ancora sono li a leccarsi le ferite, e la conseguente, legittima, dose di entusiasmo da parte di stampa, addetti ai lavori e tifosi per uno stato di forma splendido che a Maranello non si vedeva da ormai troppo tempo.

Però c’è da dire che Monte Carlo è una pista praticamente avulsa al contesto del mondiale, con caratteristiche proprie e con richieste tecniche alle monoposto del tutto bizzarre (senza addentrarci troppo nel tecnico, ricordate gli anni passati in cui i team con maggiori disponibilità economiche preparavano pacchetti aerodinamici dedicati esclusivamente all’appuntamento monegasco).

Ecco, se vogliamo trovare una gara recente in cui la Ferrari ha dimostrato per davvero di essere da mondiale, questa – più che Monaco – è Barcellona, pista tra quelle più complete del calendario a causa della sua varietà di curve ed allunghi e, quindi, ritenuta da tutti come cartina di tornasole.

Qualcuno potrebbe obiettare che in Spagna non solo non ci sia stata la doppietta ma neanche la vittoria. Vero. Ma il Montmelò ha mostrato come la Ferrari abbia perso il confronto in pista con gli avversari soltanto a causa di un episodio sfortunato (la VSC uscita al momento sbagliato) e di una strategia che non ha pagato (la sosta anticipata di Vettel che poi ha perso tempo anche con Bottas). La prestazione, invece, c’è stata eccome ed è stata di livello altissimo (Hamilton ha sudato non poco per precedere Vettel sul traguardo, aiutato non poco dal suo fedele compagno di team). Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che in Spagna la Mercedes si è presentata con una veste molto rinnovata e aggressiva a causa di importanti aggiornamenti, si può ben comprendere la caratura della trasferta spagnola per le Rosse di Maranello.

La Ferrari ha di che sorridere. Il prossimo appuntamento è in Canada, pista tutta motore e freni, diversa da Barcellona ed ennesimo banco di prova in cui la Ferrari può dimostrare di non temere rivali.

 

Francesco Svelto