martedì, Dicembre 3, 2024

F1 | Ferrari clash: Raikkonen è ufficialmente un secondo?

Il GP di Monaco sarà una di quelle tappe che, a posteriori, faranno maggiormente discutere. Vuoi per il pessimo risultato di Hamilton, e della Mercedes, vuoi per aver messo definitivamente il punto sugli equilibri nel box della Rossa…

di Giuseppe Gomes

16 anni dall’ultima vittoria Ferrari a Monaco, 7 dall’ultima doppietta. Raramente, i freddi numeri, riescono a trasmettere l’importanza storica di un momento come il GP di Monaco 2017, una gara dove la Ferrari ha dimostrato una superiorità schiacciante sugli avversari. Avversari che, nel caso della Mercedes, hanno faticato sin dal giovedì, con una performance smarrita tra le stradine del principato. Certamente torneranno, e proprio per questo, l’occasione offerta nel Principato, non poteva non essere colta dal team di Maranello, per poter riportare una doppietta che porta non solo tanto morale, ma anche tanti punti in cascina. Andare verso il Canada con la leadership nel mondiale costruttori (+17 sulla Mercedes) e piloti (+25 su Hamilton) è un risultato importante, vista la grande costanza di rendimento delle rosse. Eppure il muso lungo di Raikkonen sul podio di Monaco ha acceso il dibattito, non per la sfida mondiale, ma per il “golpe” ai danni del finlandese, che aveva riabbracciato la pole dopo ben 9 anni (tanto per restare in tema di freddi numeri). Ma è stata veramente solo la squadra? Torniamo indietro dal giro 25 al giro 33.

Le due Ferrari sfilano in testa, con un vantaggio sicuro su tutti gli altri, condotti dalla freccia d’argento di Valtteri Bottas tallonato dalle due Red Bull di Verstappen e di Ricciardo, quando, quasi all’improvviso, il ritmo di Raikkonen si alza inaspettatamente. La Formula 1 v.2017, e non siamo certo i primi a dirlo, è figlia dei nuovi regolamenti che ha reso le nuove vetture estremamente più veloci, ma anche estremamente più ingombranti, sia nelle dimensioni che negli “effetti scia”, rendendo i sorpassi più difficoltosi. Qui siamo a Monaco, che già di suo è un tracciato ostico (tant’è che in questa edizioni non abbiamo visto neanche un sorpasso), ma un conto è infilare una Mercedes nel toboga monegasco, un conto è non riuscire ad avvicinarsi ad una McLaren (quella del rientrante Button) e ad una Sauber (quella di Werhlein). Ecco la causa dell’innalzamento improvviso del ritmo delle due rosse, che in 3 giri bruciano un vantaggio che le lasciava agevolmente fuori dal tanto temuto undercut, quella strategia più volte utilizzata negli ultimi anni per saltare avanti alla vettura che ti precede e che qui a Monaco ha un peso ancora maggiore. In questi attimi di confusione, Verstappen gioca il jolly, fermandosi per primo e cominciando un effetto a “cascata”.

Da quando la Pirelli è diventato l’unico fornitore di pneumatici della Formula 1, in molti sanno che, in caso di sosta, il pilota in testa, o quantomeno davanti al compagno, ha la precedenza. Questo perché, avere per primo la gomma nuova, da un vantaggio notevole. Ecco il perché della sosta di Raikkonen prima di quella di Vettel, per coprire la sua prima posizione dall’undercut degli avversari che, a essere polemici, in parte è anche stato provocato dalla troppa leggerezza con la quale Kimi ha affrontato i primi doppiati. Al momento della sosta arriva il “Ferrari Clash”, con Vettel che rimane fuori, inanellando giri record che gli valgono la prima posizione, a scapito di un Raikkonen ancora una volta rallentato dai doppiaggi. Non è la prima volta che il tedesco ci ha fatto vedere, soprattutto in questa stagione, le sue doti velocistiche anche a gomme consumate (proprio come a Mlebourne) e qui a Monaco non fa sconti a nessuno, neanche al compagno di squadra e della sua ritrovata competitività. È vero, in Ferrari potevano valutare meglio il tempo della sosta di Kimi, evitando di farlo uscire proprio dietro al duo in fondo la classifica, c’è comunque da dire che, il finlandese, per la seconda volta non è stato in grado di sbarazzarsi velocemente dei doppiaggi. Giusto quindi dare tutta la colpa al muretto Ferrari? Forse no.

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