Un inizio mondiale che in pochi si aspettavano, con una Ferrari protagonista e Mercedes e Red Bull meno forti di quelle che erano le ipotesi. I nuovi regolamenti hanno aperto la competizione. Una rondine non fa primavera per Maranello ma partire con il piede giusto è una gran cosa. Cerchiamo di capire i team di vertice cosa possono chiedere alla gara in Cina.
di Giulio Scaccia Follow @GiulioScaccia
Ferrari in testa al mondiale costruttori e piloti, una Mercedes che sembra non più lo schiacciasassi delle ultime tre stagioni ed una Red Bull apparsa in difficoltà. Vediamo nel dettaglio i tre team di vertice cosa possono chiedere alla gara sul circuito di Shangai, che presenta caratteristiche completamente diverse rispetto all’Albert Park. In Cina avremo curve veloci e di appoggio, un maggior degrado delle gomme ed i freni saranno meno sollecitati rispetto alla gara in Australia.
Ferrari. La cooperativa Binotto, Resta, Sanchez e Cardile sembra abbia fatto un mezzo miracolo. Progetto nato bene, macchina a passo corto e maneggevole. A Maranello si è puntato più sulla deportanza che sul carico aerodinamico. La SF70H è una vettura che non ha copiato la concorrenza, cercando soluzioni originali e diverse. Quando Vettel ha parlato di un “dono” alla fine delle qualifiche a Melbourne con le parole accompagante da un sorrio che sembrava sparito, ha intuito molte cose. La Ferrari è gentile sulle gomme, facile da guidare e finalmente con una mappatura motore per la qualifica. In tutto questo un Vettel ritrovato, che ha spinto come solo lui sa fare, pressando Hamilton e in accordo con il muretto autore di un overcut che si è dimostrato vincente.
A Maranello probabilmente vorranno delle risposte riguardo le performance della vettura che, almeno sulla carta, dovrebbe agevolare F1 con un passo più lungo. E sicuramente se il vantaggio mostrato nella gestione delle gomme sarà ancora confermato.
Mercedes. I pugni di Toto Wolff durante il GP sono sintomatici. A Stoccarda non si aspettavano una situazione del genere. La Mercedes è ancora la macchina da battere. Lasciano però dei dubbi l’usura delle gomme di Hamilton, o mal compresa dal campione anglocaraibico o mal gestita dal muretto. O semplicemente i compaunds Pirelli si stavano deteriorando. Lewis Hamilton è sembrato in grande forma, in prova ha dimostrato di essere il solito martello, ma è rimasto probabilmente colpito dalle performance Rosse. E forse Lewis pensava che l’avversario fosse il compagno di team o il team stesso, non Sebastian Vettel. La Mercedes è in una situazione opposta alla Ferrari. Il passo lungo sarà un’arma o un handicap? Le gomme come reagiranno? Tra l’altro sembra che la vettura progettata dall’ottimo Aldo Costa non sia magrissima, anzi con qualche chilo di troppo.
Red Bull. Chi pensava ad immediati sfracelli da parte della creatura di Adrian Newey è rimasto deluso. Problemi di carico aerodinamico, vettura instabile, sovrasterzo che non sappiamo se è una causa o un effetto. E una PU Renault che non vale Mercedes e Ferrari. Nulla è perduto però. Non dimentichiamo che Newey ha sempre impostato un grande lavoro di sviluppo, lo dimostrano i risultati dello scorso anno. In Red Bull probabilmente sperano che il distacco che c’è con gli altri due competitors sia inferiore su una pista classica. In attesa di sviluppi del corpo vettura e della PU. Da Milton Keynes nel frattempo fanno sapere che l’evoluzione Renault arriverà per il Canada.
Insomma molte domande. Shangai è la seconda gara della stagione. L’arrivo in Europa e gli sviluppi già partiti faranno la differenza in questo mondiale. Certo è che dalla Cina inizieremo ad avere delle risposte.