F1 Virtual Safety Car: danno o vantaggio ?

11 luglio 2015 – Il Gran Premio di Silverstone è stata la gara del debutto della nuova regola introdotta dalla FIA in caso di incidenti: la Virtual Safety Car. Una regola nuova in Formula 1 ma non nel mondo delle gare automobilistiche, che sin dalla sua introduzione aveva suscitato qualche perplessità ma che a quanto pare ha centrato il proprio obiettivo,: neutralizzare la gara senza dover ricorrere alla Safety Car. 

Regola non nuova, si diceva. Infatti, la neutralizzazione della gara senza l’ausilio di vetture di sicurezza è un accorgimento già in uso, in particolare nel karting, dove i piloti sono tenuti ad abbassare la velocità e a non superarsi, aspettando poi la bandiera verde per la ripartenza. In Formula 1 si è deciso di imporre un tempo minimo, sotto il quale non è possibile scendere. Come detto, questo consente alla direzione gara di non far entrare la Safety Car nelle fasi centrali della gara ed evitare, così, che dopo il ricompattamento del gruppo i piloti siano costretti a una nuova partenza da fermo, visto che la partenza lanciata è possibile solo se la vettura di sicurezza entra nei primi o negli ultimi 5 giri.

Non solo, la novità della Virtual Safety Car ha anche un’ulteriore peculiarità: consente di mantenere i valori in campo, che verrebbero per così dire frustati dall’ingresso della vettura di sicurezza e il ricompattamento del plotone dei piloti. La controindicazione sarebbe, dall’altro lato, che il tempo minimo imposto non garantirebbe che tutti i pioti procedano con lo stesso ritmo, visto che qualcuno potrebbe decidere (anche per cause di forza magiore) di rallentare e quindi perdere decimi o secondi preziosi per il restart.

Una misura che, comunque, ad avviso di chi scrive sembra avere più aspetti positivi che negativi e che probabilmente potrebbe essere estesa anche ad altre categorie.