F1 | Piloti incapaci di gestirsi e regole stupide

La gara messicana ha confermato come non mai i difetti della massima serie moderna. Piloti costretti a correre su binari e incapaci (o impossiblitati?) di prendere posizione nello sport in cui competono, “bamboccioni” litiganti sotto ad un “cielo” ingombro di regole insensate. Davanti si sta combattendo una lotta iridata tra i due piloti del team Mercedes, ma la F1 è sulla bocca di chi segue per i comportamenti irriverenti di Verstappen e per la frustrazione degli appassionati dinanzi alla schizofrenia della Federazione.

Di Alessandro Bucci

photo4_s-r-l-_829869Sembra sia trascorso meno tempo, ma ormai sono vent’anni che ripetiamo come un mantra “i piloti sembrano dei robottini, non esprimono punti di vista e pensieri, è tutto piatto”. Ce lo siamo detti talmente tante volte che, ormai, molti di noi, hanno finito per accettarlo, piegandosi supinamente a questo grande male chiamato “politically correct”, attuato dalle aziende solamente per infoltire le tasche di chi fa le regole, ovvero di chi ha i soldi. Altri di noi, invece, ricordano con nostalgia Nelson Piquet mandare a quel paese Ezio Zermiani in griglia di partenza, oppure le battute di Riccardo Patrese ai microfoni dei giornalisti ed agli scherzi di Gerhard Berger mentre Ayrton Senna era intento a rispondere alle domande degli addetti ai lavori o magari a discutere di questioni importanti in conferenza stampa.

Ma c’è di più. I piloti sembrano o sono incapaci di prendere posizioni sulle questioni importanti che riguardano il loro sport. Sebastian Vettel rischia ora una squalifica per aver insultato via radio il direttore di gara Charlie Whiting, un professionista che, a parere di chi scrive, dovrebbe dimettersi al più presto per evidente incapacità di gestione regolamentare. La credibilità della massima serie non è mai stata così in discussione, siamo ai livelli minimi storici di gradimento da parte dei fan che meriterebbero molto più rispetto di quello riservatogli da Ecclestone & Co.
I regolamenti andrebbero certamente semplificati al più presto, tornando ad uno sport più genuino e di facile comprensione per il pubblico.

Quello che stride, come spesso accade in F1, sono le tempistiche. Il tedesco della Ferrari si è esposto poiché messo alle strette e mosso da un periodo di grande frustrazione, non avrebbe certamente preso una posizione dura nei confronti di certi giudizi a bocce ferme. Ed è proprio questo che non funziona in F1, perché fino a quando il pilota non tornerà al centro di tutto, si continuerà ad avere una parata di marionette al servizio del dio denaro. Stessa cosa è accaduta nel mondo moderno con l’avvento dell’industrializzazione e successivi passaggi. L’essere umano non governa più l’economia, al contrario è quest’ultima che governa l’uomo e questo dovrebbe essere ritenuto inaccettabile da qualsiasi uomo di buon senso.

Come abbondantemente trattato su F1sport.it in questi giorni e sull’ultimo numero di Pit Magazine, Max Verstappen continua a far parlare di sé a causa delle sue intemperanze e, sebbene personalmente sospetti che il ragazzino sia molto manovrato dai vertici della squadra e dalla Federazione, se non altro sta riportando l’uomo al centro del dibattito. Tuttavia lo si sta facendo nel modo sbagliato per molti versi, perché un conto è se Max è al centro dell’attenzione per aver mandato a “funghi” Lewis Hamilton (impresa mancata da tutti gli avversari dell’anglocaraibico da quando è in F1), altro se manda a quel paese chiunque o mancando di rispetto ai colleghi, credendosi una sorta di super eroe intoccabile, quando in realtà molti lo additano a “bimbominkia” (tipico ragazzino viziato del giorno d’oggi che vive alienato dalla realtà e tende a non vedere al di là del proprio naso).