Spagna 2010: quando Webber iniziava a far paura a Vettel

F1 – Mark Webber trionfa nel GP di Spagna 2010 davanti al compagno di squadra Sebastian Vettel. Vittoria figlia di una Red Bull che iniziava il proprio dominio.

Mark Webber nel 2010 iniziava a dare fastidio al giovane Sebastian Vettel con la pole position e la vittoria nel GP di Spagna 2010. Un weekend pressoché perfetto quello dell’australiano, che sul gradino più alto del podio fa sentire la pressione a quello che sarà il più volte campione del mondo. Mark Webber si mette in mostra nelle serie minori e sin da subito e poi, in Minardi, quando viene chiamato a sostituire Fernando Alonso nel 2002.

Storicamente l’australiano è sempre stato un grande pilota in qualifica. In Jaguar conferma questa sua dote, faticando però nell’andare a punti. Lo stesso accade in Williams, nonostante le difficoltà con la monoposto tra il 2005 e il 2006 Webber inizia a bazzicare nella zona podio. In Red Bull arriva la conferma definitiva, diventando un veterano della scuderia austriaca, dal 2007 al 2013 per poi ritirarsi.

Alla RB si toglierà le soddisfazioni più grandi, tra cui la vittoria nel GP di Catalogna, che lo lancia verso la lotta per il titolo. In quell’occasioni il pilota australiano iniziava a emergere a discapito del tanto adorato giovane Sebastian Vettel, arrivato in Red Bull con aspettative enormi.

Webber in quel weekend è impeccabile. Ennesima prestazione maiuscola in qualifica e vittoria del GP mai in discussione. Il weekend dopo vincerà a Monaco, prendendosi la vetta della classifica. Vettel invece, per tutto il weekend è stato molto nervoso, anche con la squadra ai box.

Uno dei punti deboli del tedesco è il confronto con il proprio compagno di squadra. L’epilogo di quelle stagioni lo conosciamo, sicuramente anche perchè la Red Bull aveva occhi solo per il talento tedesco. Ma credo che l’australiano avrebbe meritato un trattamento migliore, anzichè un apparente possibilità di lottare con il compagno.

Nonostante tutto Webber ha avuto una dignitosa carriera in F1, 8 vittorie, 15 podi, senza però avere mai la concreta possibilità di giocarsi il titolo. Non un pilota nella media, vista la sua abilità in qualifica, ma un pilota che ha fatto bene ovunque sia andato.