F1 | Alex Caffi contrario all’effetto suolo nel 2022

Una delle principali novità nonchè attrattive tecniche per la prossima stagione è sicuramente il ritorno di una forma “diversificata” di effetto suolo. Sembra un ritorno alla F1 degli anni passati ma c’è qualcuno che nutre qualche scetticismo…

Nell’ultima puntata di Pit Talk, Alex Caffi ex campione F3 e pilota F1 dal 1986 al 1992, ci ha parlato della suo opinione riguardo l’effetto suolo e tubo venturi che tornano in F1 dopo parecchi anni. L’idea è quella di rimpiazzare l’enrome effetto scia generato da queste monoposto, riducendo il fastidio che la monoposto avanti crea a quella che insegue.

“Non mi piace questa idea, l’avrei affrontata in maniera diversa. Oggi come oggi le monoposto hanno già tantissimo carico aerodinamico, perciò quello che cercherei di fare oggi è di diminuire il carico aerodinamico per avere delle macchine meno veloci in curva, ma che diano più spazio alle abilità del pilota, come era ai nostri tempi. Questo aiuterebbe i sorpassi.”

Caffi non sposa l’idea del ritorno dell’effetto suolo. Preferirebbe una F1 più spettacolare dando maggiore libertà di azione ai piloti, in modo tale che possano esprimersi alla pari delle loro possibilità. Tutto sommato questa non è mai stata la filosofia della F1, dove chi ha la monoposto migliore, inevitabilmente vince, o almeno così ci hanno abituato negli ultimi 20-30 anni.

La F1 è la massima categoria perchè con il progredire della tecnologia, gli ingegneri sono in grado di sviluppare delle monoposto sempre più complesse. I team sono spronati, intenti nel realizzare dei veri e propri capolavori ingegneristici. Specialmente sotto l’aspetto aerodinamico il quale ormai rappresenta il punto focale per avere una monoposto competitiva.

“Mandano a centinaia il famoso sorpasso di Piquet su Senna in Ungheria, ma oggi sarebbe impossibile da fare. Le monoposto sono talmente incollate al terreno che lo spazio di frenata e la velocità in curva è talmente simile per tutti e non c’è nè spazio, nè margine. Nei filmati di quel sorpasso il margine era molto più ampio e il pilota ci poteva giocare. Io toglierei anche le ali, gli diamo 1000 cavalli e poi vediamo chi guida veramente.”

Caffi non usa mezzi termini, vorrebbe vedere il vero talento in pista dei piloti, come ai vecchi tempi. Una strada che difficilmente la F1 seguirà. La piega che sta prendendo è quella di uno sviluppo di monoposto sempre più complesse, le quali non fanno affidamento solo sul motore.

L’ex F1 vede la spettacolarità più nel lasciare liberi i piloti di gareggiare, piuttosto che andare a modificare nuovamente il reparto aerodinamico delle macchine. Un’idea non del tutto scorretta, ma ormai lontana dai canoni della F1 di un tempo.