F1 | Pirro: “Domenicali, capo ma non padrone come Ecclestone!”

Emanuele Pirro, intervenuto a Pit Talk n. 238, esprime un giudizio estremamente positivo sulla scelta di Stefano Domenicali come CEO di F1 Group. L’ex pilota Audi definisce un episodio storico per la F1 e per il nostro paese, la conferma del manager bolognese alla guida dell’organizzazione americana. Domenicali potrà dare ottimi risultati nella conduzione della F1 Group, anche se “ci vorrà del fegato”.

 

 

Emanuele Pirro, storico vincitore di molteplici edizioni della 24 ore di Le Mans, nonché attuale commissario FIA in F1, è intervenuto in un’amichevole intervista durante la puntata 238 di PitTalk.

Tra gli argomenti affrontati, la nomina ufficiale di Stefano Domenicali a capo del F1 Group di cui avevamo parlato su F1 Sport qualche giorno fa, ha dato a Pirro la possibilità di esprimere il suo giudizio in merito.

Allora: la piccola differenza tra Domenicali e Ecclestone è che che Bernie era il padrone oltre che il capo e, purtroppo per lui, Stefano è solamente il capo. A parte la battuta secondo me questo è un episodio storico per la storia della Formula 1 e anche per la storia del nostro paese.

Siamo sempre bravi a buttarci fango addosso, ma forse dovremmo essere altrettanto bravi nel sottolineare le nostre eccellenze. Essere nominati da un’azienda americana per cui il business è la cosa più importante, a dirigere una nave che naviga in acque turbolente, credo sia una onorificenza straordinaria.

Sono sicuro che che Stefano la salverà al meglio. Anche perché in F1 non ha nemici ma solo estimatori. Dobbiamo fargli tanti complimenti e prenderci anche un po’ di gloria come italiani amanti del motorsport.

Ci vorrà del fegato? Forse si, perché i team-principal di F1 sono dei tipi veramente strani.

Infatti, purtroppo, per come è strutturata la Formula 1 adesso, le decisioni devono essere prese all’unanimità, è questo ingessa tutto il sistema. Ma Stefano ha di sicuro la credibilità di uno che fa le cose per il bene comune non per il bene di qualcuno in particolare. Ha capacità di mediazione e riesce a far capire che magari un piccolo passo indietro per uno poi diventa un grande passo avanti per tutti. Sono sicuro che lui può fare tanto.

Anche per Pirro, Domenicali rappresenta quindi, un ottimo punto di partenza per il recupero di una F1 che, anche a causa della crisi mondiale, sta affrontando uno dei periodi più difficili della sua storia.

La presidenza dell’organizzazione che gestisce l’immagine del circus, assegnata a un manager orientato al dialogo infatti può aprire un nuovo confronto con la FIA. Un confronto che negli ultimi anni ha trovato grossi ostacoli nell’opposizione tra interessi commerciali dei team ed interessi sportivi.

Il bene comune di questo sport, impone esattamente questo. Un dialogo in cui coesistono, assetti economici ed assetti sportivi che permettono l’esistenza di un campo comune di confronto.

Un dialogo che nell’ottica dei cambiamenti regolamentari 2022, è iniziato con la firma del patto della Concordia e che dovrà necessariamente proseguire.

E Domenicali sembra essere l’uomo giusto per ricoprire, con la giusta neutralità, il ruolo che altri manager di F1 (Toto Wolff su tutti…) avevano aspirato a ricoprire. Un ruolo da capo e non da padrone.