F1 | Ferrari deve salutare definitivamente Vettel

Tra reclami, mosse politiche in ottica 2021 e verdetti della pista, il mondiale di Formula è caratterizzato dalle frizioni ormai fuori controllo tra la Ferrari e Sebastian Vettel. Ultimo episodio, quello andato in scena ieri a Silverstone, in occasione del GP dedicato al 70° anniversario della F1. 

La situazione Vettel – Ferrari è ormai diventata insostenibile da ambo le parti. Da una parte Ferrari, che ha senza mezzi termini scaricato da tempo il pilota tedesco e puntato tutto su Charles Leclerc ingaggiando Carlos Sainz per il 2021, dall’altra parte un pilota che vive sempre più da separato in casa. Nel mezzo, cinque gran premi con la sola prestazione convincente dell’Ungheria, per il resto moltissime ombre e pochissime luci.

Che la Ferrari di questa stagione non sia una macchina competitiva è sotto gli occhi di tutti, ma dall’altra parte del box l’aria è decisamente meno pesante. Parlare dal di fuori è sempre difficile, non si conoscono le situazioni e le dichiarazioni di fronte alla stampa sono sempre un po’ tutte confezionate ad arte, ma il linguaggio del corpo e l’atteggiamento del pilota tedesco sono emblematici: quando è nel box continua a controllare il lavoro dei meccanici, come se non si fidasse della squadra, quando l’auto si ferma in pista si mette a controllare lui stesso, quasi volesse farsi un’idea propria prima che il muretto gli dica effettivamente cosa lo ha appiedato.

Oggettività vuole che ultimamente tutto ciò che si rompe sulla Ferrari, si rompe solo e unicamente sulla Ferrari numero 5: la pedaliera, l’intercooler, il motore. La monoposto di Leclerc non perde un turno di prova, la gemella del tedesco ne ha sempre una. Basta masticare un minimo di motorsport per sapere quanto sia importante poter girare con costanza, quando non si ha in mano la vettura e occorre lavorare sull’assetto. Vettel non ama le vetture con il posteriore ballerino, soluzione che purtroppo si rende necessaria quando serve diminuire il drag ed evitare che il deficit di potenza diventi una vera e propria palla al piede.

Leclerc riesce a girare intorno al problema perché evidentemente il suo stile di guida si confà ad una vettura con il posteriore che scivola, mentre Vettel no. Questo è un problema che il tedesco si porta dietro da anni, ovvero dalla fine dell’era degli scarichi soffiati; se è vero che lavorare sul proprio stile di guida sia assolutamente necessario per circoscrivere i problemi, è altrettanto vero che disporre di un’auto competitiva sarebbe altrettanto auspicabile.

Ciò che è accaduto nei due appuntamenti di Silverstone è solo l’ennesima riprova di quanto le strade della Ferrari e di Vettel debbano dividersi quanto prima: alla fine dello scorso gran premio, quando il tedesco non ha risposto durante il team radio del giro d’onore. Quest’oggi la polemica è iniziata durante la gara ed è poi continuata ai microfoni dei giornalisti, dove Binotto ha risposto seccamente dicendo che se Vettel non si fosse girato al primo giro le cose sarebbero andate diversamente.

“Quelli che erano davanti a me dopo il mio pit stop stavano facendo esattamente gli stessi tempi sul giro che ho fatto io con le gomme più vecchie. Forse non abbiamo avuto il coraggio di farci sorpassare da Charles, anche se lui aveva una strategia diversa, e abbiamo preferito piuttosto farmi fermare per evitarlo. Anche con il brutto primo giro, avremmo potuto guadagnare molto terreno oggi”.Abbiamo fatto esattamente quello che volevamo evitare. Non so cosa abbiano pensato in quei momenti, ma vabbè, andiamo avanti”

“Abbiamo anticipato di qualche giro la sua prima sosta rispetto all’ideale mettendolo alle spalle di Raikkonen, ma sapevamo che avrebbe recuperato velocemente la posizione in pista ed ha permesso a Charles Leclerc di continuare nella sua rimonta. Complessivamente per la Scuderia era la scelta giusta, credo che non lo abbiamo penalizzato in questa nostra scelta, ha riguadagnato subito su Kimi, non sarebbe riuscito in un overcut su Kvyat perché avevano lo stesso ritmo e dopo abbiamo fatto un undercut su Sainz”. E’ arrivato dodicesimo e sarebbe arrivato dodicesimo comunque, La sua gara è stata compromessa in partenza e credo che sia questo che sia capitato più che la strategia”

 

Sembra di essere tornati ai Team Radio di Alonso, benché la diplomazia di Vettel sia indubbiamente superiore a quella del pilota spagnolo.

In qualsiasi modo la si voglia pensare, è evidente che certe tensioni non facciano piacere a nessuno. Memore di quanto accaduto a Spielberg quest’anno e ad Interlagos l’anno scorso, il muretto ha evidentemente voluto evitare che le due rosse si potessero trovare nuovamente l’una nella scia dell’altra, scaricando la colpa di tutto sul tedesco, reo di aver rovinato la sua gara al primo giro.

La squadra non si fida del pilota, il pilota non si fida della squadra. È possibile continuare così? Certo, tra il dire e il fare ci sono di mezzo clausole rescissorie da milioni di euro. È funzionale allora, continuare così? Sicuramente no. Ferrari sta fronteggiando probabilmente il periodo più nero dal post Schumacher, è quarta in classifica costruttori e, a meno di situazioni fortunate e scelte del gommista, la realtà dei fatti dice si è fortunati quando si prende 1 secondo a giro.

In una situazione del genere occorrerebbe fare quadrato e remare tutti nella stessa direzione, non deve esserci spazio per i malumori e per i corpi estranei. L’avventura di Sebastian Vettel in Ferrari si è chiusa definitivamente lo scorso anno a Interlagos, punto più basso di un rapporto già logoro e incrinato da Hockenheim 2018.

Quando si arriva all’ultima pagina, è molto meglio chiudere il libro.