Alfa Romeo: scontro Euroracing-Autodelta e abbandono della Formula 1

La sfida dell’Alfa Romeo negli anni Ottanta, dopo l’approdo della nuova motorizzazione turbo, ha avuto un nome ben preciso: Euroracing. Il 1983, infatti, segna l’uscita di scena dell’Autodelta come squadra ufficiale Alfa Romeo per fare spazio alla nuova realtà che, abbandonata la tradizione del boxer 12 cilindri, si affida a un V8 turbocompresso sulla base del quale ruota il progetto della 183T.

La sua progenitrice, la 182, aveva la particolarità di essere una delle prime monoposto interamente realizzate in fibra di carbonio (verrà testata la 182T nel corso delle prove libere del Gran Premio d’Italia, ma non correrà) e la 183T ne segue di fatto le stesse linee progettuali, ma come detto sarà Gerard Ducarouge a seguirne il progetto e la fase iniziale dello sviluppo, insieme a Mauro Tolentino. Spiccano la posizione di guida molto avanzata e la diversa forma delle pance laterali, più piccole e arrotondate. Ma a tenere banco sarà la questione legata alla progettazione del nuovo propulsore, che rispetto al precedente boxer a 12 cilindri ha un’architettura completamente diversa e viene progettata interamente “in casa”, sempre dall’Autodelta e testato per la prima volta al Gran Premio d’Italia del 1982. Ma saranno i problemi di affidabilità a tenere banco, nonostante l’incremento di prestazioni e le aspettative del team, che proprio per questo motivo erano aumentate. Oggetto dello “scandalo” saranno le turbine, le Alfa Avio, che si rivelarono particolarmente pesanti e fragili e verranno presto sostituite da quelle più diffuse sul mercato, di fabbricazione tedesca e americana. Ne nascerà uno scontro, che vedrà contrapposta proprio l’Autodelta all’Euroracing, con Gianpaolo Pavanello che inizia a prendere potere.

Questo nonostante le già citate buone prestazioni della vettura, che venivano anche favorite dai pit-stop per il rifornimento della benzina e, dunque, dalla ridotta dimensione dei serbatoi. Situazione che, però, cambierà nel 1984, quando la FIA deciderà di tagliare i rifornimenti e aumentare la capacità dei serbatoi a 220 litri. Ma lo scontro culminerà ben prima, già all’inizio della stagione, sul circuito del Paul Ricard, quando ad Andrea De Cesaris verranno tolti i tempi delle qualifiche per mancanza dell’estintore. A farne le spese sarà Ducarouge, licenziato in tronco dall’Alfa Romeo, pagando con la sua permanenza lo scontro che si andava profilando. Paradossalmente, però, questo fece aumentare il potere della Euroracing all’interno della scuderia (peraltro supportata dalla sponsorizzazione della Benetton), con il team di Pavanello che assumerà tutto il progetto della vettura, affidato a Mario Tollentino. Il primo punto arriva a Monaco, ma ben presto – un po’ per fortuna e un po’ per bravura – arrivano risultasti ben più importanti, a iniziare dal secondo posto di Hockenheim dietro alla Ferrari di Arnoux, risultato poi replicato a Kyalami, quando De Cesaris si infila tra le due Brabham di Patrese e Piquet, chiudendo a 9 secondi dal padovano.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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