F1 | Heineken vuole il Vietnam: prime divergenze con Carey ?

Heineken, nuovo sponsor della F1, spinge per espandere il calendario verso il paese asiatico. 

Chi mette i soldi può decidere. Questa è una verità del mondo del business, e la F1 non fa eccezione. Heineken, birrificio olandese di fama mondiale, è diventato partner ufficiale della F1 a partire dal giugno scorso, e ha già sponsorizzato tre GP in questa stagione – Canada, Italia e Singapore. Ora, Heineken vorrebbe avere un ruolo più forte all’interno della F1, suggerendo addirittura nuovi paesi dove correre. Le mire dell’azienda olandese sono dirette verso i paesi asiatici, e in particolare il Vietnam – Il Global Brand Director Gianluca di Tondo ha addirittura indicato la possibile location, Ho Chi Minh City.

f1_heinekenLo sponsor desidera ampliare il mercato della F1 verso l’Asia, mentre Liberty Media, nuovo socio di maggioranza, vuole dare maggior attenzione a USA e Europa. I motivi di queste preferenze sono dovuti agli interessi personali delle parti, ma c’è da dire che la pista asiatica è già stata battuta nel recente passato dallo stesso Bernie Ecclestone, che ha visto grossi margini di profitto nell’espansione verso oriente.
In alcuni casi è stato un successo – ad esempio a Singapore, che è diventato un classico della F1 contemporanea – in altri invece è stato un flop totale, su tutti Corea India e Turchia. Questi progetti sono falliti perché mirati solo al guadagno, e non a una reale presenza di fan in quei paesi. In parole povere, sono state costruite cattedrali in deserti sterili, e per questo erano destinati a fallire. Ricordiamo ad esempio le tribune vuote a Istanbul e le carenze organizzative di Yeongam. Siamo sicuri che un GP in Vietnam possa avere un riscontro di pubblico e un futuro a lungo termine? E ci sarebbero altri paesi asiatici capaci di dare queste garanzie?

Liberty media, invece, vuole espandere il calendario in paesi dove la fanbase è già consistente, dato che negli Stati Uniti e in Europa il motorsport è di casa. Il presidente Chase Carey ha parlato di ospitare GP in location suggestive come Los Angeles, Miami e New York – quest’ultima è un pallino di Ecclestone da tempo. Come è possibile vedere, quindi, le visioni sono del tutto opposte e non sarà semplice trovare un compromesso.

Questo ci porta a fare anche una considerazione di carattere generale. Fino a quando era solo Bernie a decidere, tutto filava liscio – e non c’era da stupirsi vista il suo scarso amore per la democrazia… Ora però cominciano a esserci molti capi, e questo aumenta la confusione.
Lo possiamo già vedere in alcune società di calcio, passate da un unico proprietario a una moltitudine di dirigenti, e rischiamo di vederlo anche in F1. Questa categoria potrebbe essere ‘tirata per la giacca’ da parti diverse, e questo farebbe male alla stabilità che lo sport ha avuto finora. Sarà compito di Ecclestone e dei nuovi dirigenti dare un volto il più possibile uniforme e stabile alla F1 che verrà.