Ora Massa e Button, in futuro Alonso e Raikkonen: è il segno che una generazione di piloti è giunta al capolinea.
Nello scorso weekend di Monza abbiamo conosciuto il futuro di due piloti fra i più esperti della F1 attuale. Uno è Massa, che ha annunciato il ritiro definitivo dalla massima categoria automobilistica; l’altro è Button, che invece resterà alla McLaren come terzo pilota e uomo immagine, e come rivelato dalla stessa McLaren, potrebbe tornare dietro al volante di una F1 nel prossimo futuro.
Le due situazioni sono simili e diverse allo stesso tempo, e sono un chiaro segnale che la F1 sta affrontando un cambio generazionale importante.
Veniamo al primo pilota, Felipe Massa: Felipinho, come viene affettuosamente chiamato, ha mostrato come non fosse finito dopo il mondiale perso nel 2008 e l’incidente di Budapest 2009. Dopo anni amari passati a fare il gregario a Fernando Alonso, ha deciso di ricominciare alla Williams nel 2014, e la scelta si è rivelata azzeccata: forte di una power unit Mercedes nettamente superiore, ha ottenuto pole position e podi.
Viene da pensare che, se avesse lasciato la Ferrari prima, avrebbe ottenuto risultati simili più a lungo, ma dove sarebbe andato è una domanda oziosa. Resta il fatto che ha dimostrato a tutti di non essere finito, anzi di avere ancora qualcosa da dire dopo le disavventure che gli sono capitate. Ora però, le sue priorità devono essere cambiate e ha deciso di dedicarsi ad altro.
Diverso è il discorso per Jenson Button: il campione del mondo 2009, dal 2010 in McLaren, non è più riuscito a lottare per il titolo, ma ha dato filo da torcere ai compagni di squadra che ha avuto.
Da Lewis Hamilton a Fernando Alonso, da Perez a Magnussen, tutti i piloti che hanno corso con lui in McLaren hanno dovuto sudare. Basta un dato per rendere l’idea: dal 2010 al 2012 ha ottenuto più punti di Hamilton, e nel 2015 è stato davanti ad Alonso nella classifica finale. Per non parlare di come ha demolito il messicano nel 2013 e il danese nel 2014.
Se c’è una figura che lo rappresenta, quella del ‘vecchio leone’ è sicuramente la più calzante. Ed è evidente che avrebbe ancora qualcosa da dire, se solo avesse una monoposto competitiva, e chi scrive si augura che possa davvero tornare a guidare una F1 a tempo pieno. Tuttavia, è in atto un cambio generazionale.
Bottas e Magnussen, ‘Mad Max’ Verstappen, Wehrlein e Ocon, Vandoorne e Stroll: sono gli esponenti della nuova generazione, nativi digitali che sanno interagire al meglio con queste F1, più simili ad astronavi che ad auto da corsa. La loro forza e intraprendenza sta accelerando il ‘pensionamento’ della vecchia generazione. Non è un caso che due veterani come Massa e Button stiano lasciando, e come potrebbero farlo anche Alonso e Kimi Raikkonen, in futuro. La rivoluzione tecnologica portata dalle power unit è un elemento fondamentale di questo processo, per come ha reso le F1 dei computer su ruote.