F1 | A Londra torna la voglia di Gran Premio

Nuova proposta per portare la Formula 1 a Londra.

2 febbraio 2016 – Gli inglesi, a quanto pare, vogliono raddoppiare. Oltre a ospitare uno dei gran premi più sentiti e apprezzati del Circus, a Silverstone, Bernie Ecclestone continua a coltivare l’idea di portare i bolidi della Formula 1 tra le strade della capitale del Regno Unito. L’ipotesi suggestiva di vedere Ferrari e Mercedes accanto ai simboli di Londra, come il Big Ben, il London Bridge e il Parlamento, potrebbe diventare qualcosa in più di un’idea.

In passato ci fu già un tentativo di portare il Circus a Londra, come ha dichiarato Sir Stirling Moss al Sunday Times, ma all’epoca le autorità impedirono l’evento, che si sarebbe dovuto svolgere ad Hyde Park, altra grande attrazione di Londra. Oggi invece, anche per volontà del primo cittadino londinese, Boris Johnson, la proposta potrebbe concretizzarsi. Queste le sue dichiarazioni a La F1.es:

“Sarebbe una possibilità di portare la F1 alla gente, senza che debbano spendere 260 euro per il biglietto.”

Sono giunte tante proposte simili, ad esempio correre a New York o a Parigi, ma questo genere di eventi rientra nell’area delle iniziative commerciali, non di certo nelle possibili attività della Formula 1. E’ bello sentire nuove proposte, nuovi paesi che vogliono entrare nel Circus, ma la massima formula non può continuare a rincorrere eventi che non le appartengono. La Formula E, ad esempio, cerca volutamente location cittadine, per avvicinare la gente alle nuove tecnologie “full-electric”, ma la F1 ha un DNA diverso, fatto di circuiti sfidanti per i piloti, possibilità di sorpasso e curve ricche di storia. Questo dimostra ancora una volta come al Supremo (che magari potrebbe affidare il progetto al solito Hermann Tilke) interessi il profitto, come se la Formula 1 fosse la sua azienda – e lo è, ma non può essere solo questo. A queste persone sfugge il dato fondamentale, che sembrano conoscere solo i tifosi: le corse sono passione, forti emozioni, momenti che si scolpiscono indelebili nella memoria, non luci di mille colori proiettate sui muri.