Il weekend di Suzuka non aveva in gioco solo l’incoronamento del campionato costruttori da parte della Red Bull, ma anche la prova del nove riguardo le prestazioni della stessa dopo Singapore. Direi che non ci sono dubbi sul fatto che siano tornati.
Che partenza!
Alla partenza del Gran Premio del Giappone è puro caos. Diversi contatti hanno coinvolto metà della pista, ma partiamo dall’inizio. Super partenza di Max Verstappen che chiude la porta a Piastri, che si trova in prima fila insieme a lui, ma nella battaglia ne approfitta Lando Norris, partito terzo, che quasi tocca con l’olandese. Max deve difendersi e lo fa, mantenendo la prima posizione.
In centro pista, invece, Hamilton paga la grandiosa partenza a causa di Perez che lo tocca lateralmente. Decretato incidente di gara perché il messicano si è trovato quasi spinto da Sainz che tentava il sorpasso, poi portato a casa.
Nel caos, chiamano la Safety Car per togliere i detriti lasciati dagli scontri, soprattutto da quello avuto tra la Williams di Albon e l’Alfa Romeo di Bottas: rientrati ai box entrambi per sistemare le vetture.
Sorprendente è stata l’improvvisa lotta tra le Mercedes: Russell forza la mano approfittando, forse, di qualche problema alla vettura di Hamilton, e lo passa, ma Lewis non ci sta e si riprende la posizione.
“Ritornano” le penalità
Da sottolineare, è il mea culpa della FIA riguardo le non-penalità date a Max Verstappen dopo le tre diverse infrazioni a Singapore. Non solo, sono state rimosse le azioni dai database per non creare precedenti.
Perez, gara da dimenticare
Con questa premessa, penalità per una Red Bull, ma tocca al messicano: 5 secondi per aver superato le auto in regime di safety car all’uscita dai box. Ma non solo, dopo il contatto tra Perez e Magnussen in curva 11, arriva un’altra penalità di 5 secondi ma preceduta di pochi secondi dal ritiro della vettura Red Bull numero 11. La gara procede, ma i meccanici devono rimettere “in pista” Pèrez perché il regolamento prevede che debba scontare i 5 secondi.
La gara degli “altri”
Le Ferrari (quarta e quinta posizione) iniziano a risentire un po’ di degrado gomme a partire da circa 25 giri di pista: su gomme gialle non riescono ad attaccare le McLaren davanti su gomme bianche. Le Rosse, sicuramente guardano al podio pensando di lottare con le McLaren ma devono pensare anche difendersi dalla Mercedes per la lotta al secondo posto nel mondiale costruttori.
Altro pit stop per la Ferrari di Leclerc: montate le gomme bianche per provare ad inseguire il podio, ma McLaren si difende dalla mossa Ferrari rientrando ai box, prima con Piastri e dopo con Norris, per mettere le bianche.
Weekend da dimenticare anche per le Williams perché arriva il doppio ritiro, insieme all’Aston Martin di Stroll (che, ricordiamo, non ha preso parte al GP di Singapore).
Max Verstappen vince la tredicesima gara della stagione, alzando il trofeo a Suzuka. Red Bull vince il titolo costruttori. McLaren solide portano a casa il podio, dietro la Ferrari di Leclerc in quarta posizione. A seguire la Marcedes di Lewis Hamilton e la Ferrari numero 55.