F1 | GP Messico 1990, Senna e Prost tra rivalità e leggenda

Alain Prost vince e la Ferrari coglie una clamorosa doppietta: il mondiale è riaperto.

Il circus arrivò  in Messico con Senna saldamente in testa al campionato e Alain Prost che, nonostante la vittoria in Brasile ,non era ancora riuscito a domare la sua Ferrari altalendando prestazioni al top a prestazioni incolori.

La loro rivalità riuscì a tenere la formula uno ai top nei media andando oltre il puro valore sportivo. Senna, in pista, oltre a vincere, cercava di umiliare il suo avversario nemico, mentre Prost, più freddo, puntava a portare il suo nemico brasiliano a commettere errori che avrebbero intaccato la sua reputazione.

In Messico, dopo le prove di qualifica, Berger riuscì a strappare la pole position, davanti a Patrese, Senna e Mansell con la Ferrari. E  Prost?  solo tredicesimo in difficoltà con le gomme e col traffico in pista.

Allo scattare del verde, un indecisione di Berger, maliziosamente sottolineata da Prost come un regalo a Senna, fece arrivare alla prima curva Patrese in testa seguito da un grintoso Senna e dall’austriaco.

gp-messico-1990La Williams in testa di Patrese illuse il team, ma in rettilineo le due McLaren presero la scia e lo passarono agevolmente cominciando a forzare i tempi.

A centro gruppo Alain Prost, abile stratega, capì che le gomme potevano decidere il Gran Premio e invece che forzare il ritmo (nel warm up i tecnici Ferrari riuscirono a capire i problemi della macchina), decise di non sfruttare le coperture passando addiritura 13 giri dietro la Larousse Lamborghini mentre davanti le McLaren sembravano dominare con fare dittatoriale la corsa.

Improvvisamente Berger, saldamente al secondo posto,  dovette fermarsi ai box, le sue gomme posteriori hanno cominciato a palesare un calo improvviso e i tecnici McLaren, invece che segnalare il problema al leader Senna, ritennero che il calo fosse attribuibile alla guida di Berger invece che a una scelta di gomme sbagliata che mal sopportava le sollecitazioni dell ultima curva, la famigerata peraltada.

L’unica monoposto che sembra non subire degrado ai pneumatici era la Ferrari di Prost che, intuito il momento, cominciò a serrare il ritmo riuscendo ad avvicinarsi alle posizioni top della corsa con sorpassi puliti e decisi.  Anche Mansell riuscì, in modo più spettacolare e scomposto del proprio compagno di squadra, ad avere la meglio sulle Williams. Preso il  secondo posto cominciò a recuperare secondi su Senna, ancora in testa e con qualche problema alle gomme posteriori.