F1 | Gasly, Marko e il licenziamento di prima mattina

Il pilota francese torna a parlare ai media dopo la retrocessione in Toro Rosso.

di Filippo Toffanin

Uno shock. E c’è da credergli. Essere svegliati di prima mattina da Helmut Marko non può che essere un’esperienza esiziale. Per ricevere la notizia del proprio licenziamento poi, aggiunge solo ulteriore danno ad una situazione già di per se sconfortante. Se fosse un film, la vicenda di Gasly potrebbe tranquillamente intitolarsi Cruel Intensions. Le rassicurazioni di Horner post-Ungheria sull’intenzione di lasciare il francese alla guida della Red Bull sino a fine stagione hanno un che di crudele, alla luce degli eventi.

Torna alla scuderia che l’aveva lanciato nel 2018 Pierre Gasly, con l’ambizione nemmeno troppo nascosta di far ricredere il team di Milton Keynes. Se ci riuscirà, molto dipenderà anche dalla capacità di autocritica del pilota di Rouen. E’ innegabile che le sue prestazioni nelle prime dodici gare dell’anno abbiano lasciato più di qualche perplessità, al netto dei problemi d’ambientamento in una squadra che storicamente non è tenerissima con le seconde guide. Essere il secondo di Verstappen poi non fa che elevare il grado di difficoltà dell’impresa.

“Sono stato avvisato alle 8.42 del mattino da Helmut Marko. Naturalmente è stato uno shock considerando che dopo Budapest mi erano state dette cose differenti” ha dichiarato Gasly ai media alla vigilia del Gp di Spa-Francorchamps.

“La squadra ha detto che sarei rimasto alla guida fino a fine stagione, e ne ero convinto”.

A leggere tra le righe del post Ungheria però, qualche dubbio c’era da porselo. Gasly non sa spiegarsi cosa possa essere cambiato nei giorni immediatamente successivi.

ritorno alle origini per Gasly

Non lo so, e in ogni caso non cambia la realtà dei fatti. Che io lo capisca o meno, il risultato è lo stesso. Cerco di non pensarci troppo, l’unico obiettivo che mi pongo è fare il meglio nelle ultime nove gare in Toro Rosso”.

Un inizio difficile. L’illusione di Silverstone. Il ritorno sulla terra con i risultati, deludenti per il team guidato da Christian Horner, di Germania ed Ungheria. Qualcosa da rimproverarsi c’è.

“Ci sono cose che avrei potuto fare meglio nella prima metà di stagione, mi sento in parte responsabile. Credo che le responsabilità siano di tutti nella mancanza di prestazioni e di punti. C’erano diversi aspetti che stavano migliorando, e sono sicuro che saremmo cresciuti. Qualcosa ancora andava limato. In ogni caso, non ha molto senso discuterne ora e non ho nemmeno voglia di parlarne. E’ finita”.

“Ho ricevuto alcune buone lezioni che saranno utili per il resto della stagione, devo concentrami su cosa posso cambiare per essere più veloce nei prossimi mesi”.

Una carriera al bivio quella di Gasly. Che qualche consiglio su come gestire un momento di transizione come questo, lo potrà chiedere anche al suo nuovo compagno di squadra. Daniil Kvyat di retrocessioni a lieto fine ne sa qualcosa.

Filippo Toffanin