Sembra sempre più appesa ad un filo l’avventura in Red Bull di Pierre Gasly, mai pienamente convincente al volante della monoposto di Adrian Newey. E ora anche Christian Horner sembra aver perso la pazienza…
di Filippo Toffanin
Molto si è detto (e probabilmente romanzato) negli anni dei modi abbastanza ruvidi di Helmut Marko, consulente particolare di Dietrich Mateschitz e della Red Bull. Daniel Ricciardo più volte ha avuto modo di ricordare come veder comparire il suo nome sul display del proprio smartphone fosse quasi sempre foriero di sventure. E Daniil Kvyat, fresco di un podio che sa di rivincita in quel di Hockenheim, ha dovuto ricostruirsi quasi da zero dopo un brillante avvio di carriera quando il Dottore ha deciso di defenestrarlo senza troppi convenevoli a favore Max Verstappen.
Una resa dei conti che sembra invece tardare per Pierre Gasly, protagonista di una prima parte di stagione da incubo o quasi. Già dopo i primi appuntamenti iridati i bookmakers non quotavano nemmeno più il licenziamento del giovane pilota francese, dato ormai per certo. Un sussulto a Silverstone, e poi di nuovo il buio: le prestazioni anonime di Germania ed Ungheria hanno mandato ai matti persino Christian Horner, sorprendente – neanche poi tanto – nel ruolo di duro della situazione:
“È stato un fine settimana frustrante per Pierre”, ha dichiarato il team principal Red Bull. “La partenza non è stata eccezionale, il primo giro non è stato eccezionale, e non dovremmo gareggiare contro le Alfa Romeo o le McLaren. Abbiamo bisogno che sia al livello di Ferrari e Mercedes, e tutto ciò che possiamo fare per cercare di aiutarlo, lo faremo.”
Il boss del team anglo-austriaco, già frustrato per la vittoria sfumata nelle ultime tornate del gran premio di domenica, è convinto che l’assenza di Gasly dal gruppo di testa abbia in parte influito sul risultato finale della gara non permettendo a Max Verstappen di avere una qualche forma di protezione dagli attacchi del cinque volte campione del mondo Mercedes.
“Il problema è che non è affatto nel mix (Gasly – ndr). Sarebbe stato diverso se Lewis fosse uscito dal pit con Pierre immediatamente a ridosso. Non avere due macchine davanti ci fa male, in particolare nel campionato costruttori. Abbiamo incassato la stessa quantità di punti della Ferrari su di una pista a noi più favorevole che a loro”, ha ribadito Horner, sempre più convinto di poter agganciare il secondo posto iridato – un risultato insperato ad inizio stagione.
La pausa potrà aiutare il francese, che ha un disperato bisogno di resettare e tornare più conscio dei propri mezzi.
“Penso che abbia davvero bisogno di prendersi un po’ di tempo libero durante la pausa estiva, riflettere sulla prima metà della stagione e prenderne le lezioni per migliorare nella seconda parte dell’anno. Per noi è di vitale importanza se vogliamo raggiungere la Ferrari”. Un cambio di guida quindi non sembra ancora all’ordine del giorno, nonostante lo stesso Horner lasci intendere che la pazienza del team sia agli sgoccioli: “La nostra intenzione è di lasciarlo in macchina fino alla fine dell’anno, ma abbiamo un disperato bisogno di vedergli realizzare di più del potenziale della vettura.”
La vera fortuna di Gasly sembra essere, ad oggi, la mancanza di alternative. Il vivaio Red Bull è in una fase di stanca dopo aver sfornato grandi talenti in passato. Ma fino a quando Horner e Marko saranno disposti ad accettare una tale soluzione di ripiego? Non molto, c’è da giurarci: al netto di miracolose inversioni di rotta, Spa e Monza rischiano di mettere la parola fine alla carriera in Red Bull del ventitreenne di Rouen.
Filippo Toffanin