Anteprima storica del GP di Gran Bretagna a Silverstone. Nell’edizione del 1973, il nostro Andrea De Adamich fu coinvolto in un terribile incidente.
| a cura di Cristian Buttazzoni
Andrea De Adamich è un volto notissimo nel mondo della F1 e della televisione italiana, soprattutto per avere commentato per tanti anni i GP di F1 sulle reti Mediaset, essere stato l’uomo di punta della Redazione motori del network del Biscione e, da pilota, per aver portato al successo l’Alfa Romeo nel mondiale marche e per aver disputato alcune stagioni del Mondiale di F1. La sua carriera, però, è stata stroncata da un terribile incidente accaduto al via del GP di Gran Bretagna, nella stagione 1973.
Nell’anno che resterà nella storia per la prematura scomparsa di François Cevert e il ritiro di Jackie Stewart, infatti, uno degli incidenti più spaventosi accaduti in partenza vede appunto protagonista il pilota triestino sul circuito di Silverstone, e sarà un incidente che farà molto parlare di sé.
Protagonista negativo, suo malgrado, sarà il futuro Campione del mondo Jody Scheckter, che alla partenza sbaglia ed è vittima di un testacoda. Il sudafricano capisce immediatamente la situazione e alza le braccia per richiamare l’attenzione di piloti e commissari, ma il dramma è inevitabile.
In uno sciame di rottami finiscono ben 11 vetture delle 29 al via e quello che riportò i danni peggiori sarà proprio De Adamich, che a bordo della sua Brabham si fratturò entrambe le gambe.
Per De Adamich le operazioni di soccorso durarono moltissimo, quasi un’ora per estrarlo dall’abitacolo della sua BT42, la cui costruzione fu di fatto la causa della doppia frattura alle gambe, visto che, oltre alla costruzione triangolare della scocca, rispetto alla BT37 i radiatori erano solo laterali e la pedaliera era oltre la scatola guida anteriore.
Sarà per lui la fine della carriera in F1, ma lui stesso non potrà credere a quello che sarebbe accaduto due settimane più tardi.
Già, perché la monoposto che avrà la peggio sarà quella di Roger Williamson, che rientrerà ai box toccandosi le braccia e le gambe facendo capire di averla scampata, ma non si salverà dal rogo della sua monoposto nel weekend di gara di Zandvoort, ribaltata e con il solo David Purley a tentare di salvarlo. De Adamich alla vista di quelle immagini non poteva credere ai suoi occhi, tanto da aver intimamente sperato per l’inglese in una frattura a Silverstone piuttosto che l’incidente mortale a Zandvoort.
De Adamich, diversi anni dopo, rivelerà che il Campione del mondo del 1979 non gli rivolse più la parola dopo l’incidente, tant’è che nemmeno adesso, a molti anni di distanza, il sudafricano ha avuto la forza di contattarlo, quantomeno per uno scambio di battute.
Dopo quel tragico incidente, la Federazione cambierà in modo significativo la procedura di partenza, istituendo la griglia non più con 3 posti per fila ma 2, distanziati di 8 metri l’uno dall’altro.
Si tratta di un incidente che di fatto è stato un po’ dimenticato nel corso della storia, ma che comunque ha avuto degli echi proprio per quanto riguarda la distribuzione delle vetture in griglia con l’obiettivo di evitare pericolosi assembramenti al via. Situazione non dissimile da quello che accadrà a Spa nel 1998, dove le vetture coinvolte saranno circa nello stesso numero, ma dove fortunatamente nessuno si è fatto nulla.