Vettel, Alonso e Hamilton sono i 3 piloti più rappresentativi della Formula 1 attuale, dei veri fuoriclasse, per certi aspetti degli animali da gara e, chiaramente, sono sempre sulla bocca di tutti, in particolare degli addetti ai lavori. Nelle ultime settimane, tre ex-piloti come Nigel Mansell, Eddie Irvine e Mark Webber hanno espresso il loro giudizio sulla stagione (e non solo) di questi tre piloti, dando dei giudizi per certi aspetti sorprendenti.
Se infatti, l’ex-compagno di squadra di Sebastian Vettel spende parole di elogio per Lewis Hamilton, ritenendo il talento del campione di Stevenage addirittura superiore a quello di Michael Schumacher (a suo dire aiutato dalla Ferrari negli anni d’oro), per Eddie Irvine la situazione dell’altro 4 volte iridato – vale a dire Sebastian Vettel – è frutto della sua debolezza psicologica, dal fatto di non avere più i risultati che otteneva all’epoca della Red Bull perché non adeguatamente supportato dalla Ferrari, trovandosi costretto a lottare. Significativo l’episodio di Baku, con la ruotata rifilata a Hamilton in regime di safety car per protestare contro l’improvviso rallentamento dell’inglese, che gli è costato una penalizzazione.
Una situazione che per Irvine è un po’ simile a quella vissuta da Schumacher, ma con una differenza fondamentale: il Kaiser sapeva gestire le proprie emozioni in modo magistrale quando saliva in macchina, dote per la quale è riuscito a costruire quello che è stato un vero e proprio miracolo, riportando la Ferrari al titolo dopo 21 anni di assenza dopo aver superato la frattura alle gambe causato dall’incidente di Silverstone nel 1999. L’accostamento tra Vettel e Schumacher, dunque, che tanto ha fatto sognare i tifosi ferraristi, per l’irlandese non ha alcuna ragione d’essere, tale era la differenza tra i due sia sul lato umano che sul lato tecnico.